L'incontro di governo nella masseria durante le vacanze passa in secondo piano, ridotto dalla stessa premier a "giornata conviviale". L'ipotesi indagine (ancora inesistente nelle Procure italiane) rimanda dossier caldi che vanno dalle nomine alle carceri e che vedono distanti tutti e tre i leader di maggioranza

Una domenica rovente per Fratelli d'Italia. A incendiarla è stata un editoriale del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, in apertura un titolo evocativo: “Vogliono indagare Arianna Meloni”. Il complotto nei confronti della sorella d'Italia, maggiore di Giorgia Meloni e moglie del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, ha una formula molto semplice: "il sistema dell’ex pm Luca Palamara" spiega Sallusti si regge in piede grazie a "un paio di giornalisti complici" (il Fatto Quotidiano e Repubblica che avevano sollevato l'ipotesi di una presunta partecipazione di Arianna Meloni a vertici per le nomine Rai e Fs); si aggiungono le richieste di chiarimenti "di un gruppo politico che faccia da sponda", cioè di Italia Viva, tramite Raffaella Paita e Maria Elena Boschi. E poi "una procura orientata". 

 

Scopo: fare pressione sui magistrati per indagare la sorella della presidente del Consiglio per traffico di influenze. Poco importa che quella fattispecie di reato sia stata modificata (depotenziata) proprio dal governo Meloni. La nuova versione stabilisce che non è punibile il “mediatore” che trae un vantaggio politico dalla sua azione (per esempio una nomina), ma solo quello che ne trae un vantaggio economico in denaro o altra utilità.

 

Parte l'ordine di scuderia nel partito di Fratelli d'Italia e viene scrupolosamente osservato tramite comunicati stampa e dichiarazioni sui social: difendere Arianna dallo “scandalo” dell’attacco “infame ed inaudito”. Interpellata dall'Ansa, la stessa Giorgia Meloni - dalla masseria in Puglia dove si trova in vacanza con la sorella -è intervenuta ieri sulla vicenda, parlando di uno schema già messo in atto contro Silvio Berlusconi: “Contro Arianna mosse squallide e disperate. Significa che stiamo smontando un sistema che tiene in ostaggio il Paese”.

 

Passano più di ventiquattro ore ma della procura che avrebbe già aperto il fascicolo d’indagine sulla sorella Arianna, non c'è traccia. Quale? Quando? Non si sa nulla. L’inchiesta resta un'ipotesti sulle colonne de Il Giornale tanto che lo stesso Sallusti affida queste parole al Corriere della Sera: «Perché proprio ora questa prima pagina? Perché abbiamo avuto segnali importanti che dopo Ferragosto sarebbe arrivato un avviso di garanzia ad Arianna Meloni. Se a questo punto arriverà? Non dipende certo da me, io ho fatto solo il mio mestiere di cronista».

 

Non si fa attendere la replica di Matteo Renzi: «O in Fratelli d'Italia vedono i fantasmi oppure sanno qualcosa che noi non sappiamo. E l'idea che io promuova complotti insieme a magistrati e giornalisti è una barzelletta che non fa ridere. Laggiù in masseria deve essersi rotta l'aria condizionata oppure alla premier deve essere andato di traverso il panzerotto» afferma il leader d'Italia Viva in una intervista a Repubblica, nella quale precisa di aver chiesto al direttore del Giornale Sallusti «di smentire perché altrimenti ci vediamo in tribunale. Tra l'altro evoca il metodo Palamara: nel suo libro con l'ex magistrato di Roma proprio Sallusti parla della mia persona come una vittima di quel sistema. Ora sostiene esattamente il contrario».

 

Di concreto e visibile è quello che passa in secondo e forse in terzo piano: il vertice di ieri nella masseria di Ceglie Messapica, in Puglia, tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini dal vivo e Antonio Tajani, in collegamento telefonico da Fiuggi. Incontro importante per una maggioranza divisa quasi su tutto: dalle carceri alla cittadinanza, dai tagli per la manovra alle nomine compresa quella del commissario europeo, per non parlare della legge sull’Autonomia differenziata.  E ancora il dossier rovente sulle nomine Rai: l’obiettivo della Presidente del Consiglio sembrerebbe essere quello di confermare tutti i dirigenti in quota Fratelli d’Italia nelle posizioni di vertice di Viale Mazzini e concedere poco alla Lega di Salvini. Nel frattempo si dovrebbe trovare una via d'uscita sulla questione ius scholae, se non altro per evitare una saldatura parlamentare tra Forza Italia e Pd. 

 

Temi scottanti messi in pausa, prima la famiglia del resto. L'atteso vertice viene ridotto a una "giornata conviviale" dalla stessa premier. Pacche sulle spalle e sorrisi, la polvere sotto il tappeto. Il confronto rinviato, causa complotto, a un incontro dal vivo a Roma per il 30 agosto.