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Pierluigi Bersani: "Se dovrò pagare per il caso Vannacci, non saranno i 49 milioni che deve Salvini"

di Simone Alliva   28 agosto 2024

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Allarme nucleare per gli scontri nel Kursk. Rivista l'incriminazione di Trump per il 6 gennaio. L'esercito Israele vuole assaltare l'ospedale Jenin. Meloni blinda Fitto come commissario europeo. I fatti da conoscere

Bersani: "Se dovrò pagare per il caso Vannacci, non saranno 49 milioni che deve Salvini"
"Con quella domanda, che rifarei tutti i giorni, non ho insultato Vannacci, ma le idee regressive che la destra sta sdoganando e che ci rubano il futuro. Mi sto occupando di quel rancore che le destre stanno scagliando contro i diritti sociali e civili. Mi rivolgo al famoso campo progressista, perché queste idee contro tutto quel che è diverso richiedono una battaglia a viso aperto". Così in una intervista al Corriere della Sera Pier Luigi Bersani torna sullo scontro con l'europarlamentare eletto tra le fila della Lega, sfociato in una querela. A Matteo Salvini, per il quale deve pagare, perché "ha l’arroganza tipica dei kompagni", Bersani replica che "se dovrò pagare, non saranno 49 milioni. Salvini mi dà del condannato, ma io non ho ricevuto niente". Parlando del tema dei diritti, Bersani dice di aver "apprezzato molto le affermazioni di Marina Berlusconi e poi di Tajani, ma gli direi "se non fai sul serio fermati, ci sono già troppe disillusioni verso gente che si sente italiana". Anche perché li abbiamo visti, attrezzati e vincenti sugli extraprofitti delle banche e invece muti sugli antiabortisti nei consultori".

 

Allarme nucleare per gli scontri nel Kursk
Di fronte alla "lentezza" delle decisioni occidentali sull'uso delle armi a lungo raggio in Russia, Volodymyr Zelensky annuncia con orgoglio che la risposta all'invasione ora è 'Made in Ukraine': "Forse è troppo presto per parlarne", ma "il primo missile balistico ucraino è stato testato con successo", ha affermato il presidente in conferenza stampa a Kiev mentre la Russia ha martellato per il secondo giorno consecutivo le città ucraine con missili e droni ai quali Kiev ha risposto "usando gli F-16" forniti dalla Nato, ha rivelato Zelensky. Nel frattempo, l'esercito ucraino continua a rivendicare successi nella regione russa di Kursk, dove però crescono i timori per il rischio di un cataclisma atomico: il direttore generale dell'Aiea Rafael Grossi ha evocato infatti il "pericolo di un incidente nucleare" visitando la centrale di Kursk, dove ha affermato di aver "visto tracce di attacchi di droni" sul territorio dell'impianto e ha ribadito l'appello alle parti perché la centrale non sia un obiettivo militare. Sin dai primi giorni delle operazioni ucraine oltreconfine, Kiev ha sostenuto di agire senza mettere in pericolo la sicurezza della centrale nucleare, mentre prosegue la sua avanzata: secondo il comandante delle forze armate Oleksandr Syrsky, le forze di Kiev ora controllano 1.294 km quadrati e 100 insediamenti e hanno catturato 594 soldati russi nel Kursk. Nelle prime ore di martedì si sono rincorse notizie sui canali Telegram russi di un'incursione di soldati ucraini anche nella regione confinante di Belgorod: "Secondo il ministero della Difesa russo, la situazione alla frontiera resta difficile, ma controllabile", ha commentato il governatore dell'oblast russo Vyacheslav Gladkov, che intanto ha segnalato bombardamenti ucraini sui villaggi della regione. L'obiettivo dichiarato da Zelensky per le operazioni oltreconfine è quello di creare una zona cuscinetto per scongiurare gli attacchi dalle regioni russe alla frontiera, oltre che di dirottare soldati nemici dal Donbass. Ma vorrebbe poter fare di più, perché la Russia continua a colpire duramente: almeno cinque persone sono morte nei massicci raid di Mosca in chiara rappresaglia per le operazioni a Kursk. Un hotel di Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino, è stato raso al suolo, e bombardamenti sono stati registrati a Kherson, Zaporizhzhia e in altre regioni. Gli attacchi si fanno massicci, e per difendersi Zelensky continua a chiedere agli alleati di sciogliere le briglie per usare le armi occidentali a lungo raggio all'interno del territorio russo: "Non vogliono parlarne, io continuo a tirare fuori la questione. Le Olimpiadi sono finite, ma il ping pong è ancora lì", ha affermato il presidente che intanto festeggia per i progressi della sua industria della Difesa: l'annuncio del successo nel test di un nuovo missile balistico ucraino giunge dopo che solo pochi giorni fa Zelensky aveva svelato al mondo l'uso in combattimento del nuovo missile-drone a lungo raggio targato Kiev, il Palianytsia. Secondo il presidente ucraino, l'Ucraina ha inoltre la capacità di produrre tra 1,5 e 2 milioni di droni all'anno, ma "non dispone dei fondi" per farlo. L'ennesima frecciata agli alleati occidentali ai quali chiede di più, per poter essere maggiormente efficace sul terreno. Con l'obiettivo - implicito - di sedersi più comodamente a un tavolo di una trattativa con Mosca, che resta ancora una suggestione mentre i due schieramenti sono inamovibili sulle loro posizioni e la Russia ha escluso di voler dialogare con Kiev dopo l'incursione nel suo territorio. Sul fronte diplomatico, i prossimi mesi saranno cruciali: Zelensky ha annunciato che presenterà ai candidati alla presidenza Usa Kamala Harris e Donald Trump, oltre che al presidente Biden, un piano su come intende porre fine alla guerra. Un piano che prevedeva l'incursione a Kursk e che include misure sul fronte diplomatico ed economico, secondo Zelensky. Nel frattempo, si lavora ai fianchi: dopo il viaggio a Kiev, Narendra Modi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin, con il quale il premier indiano ha "condiviso informazioni" del suo viaggio in Ucraina. Mentre il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, è atterrato a Pechino su invito del capo della diplomazia cinese Wang Yi. L'Ucraina è uno dei temi centrali della missione. 

 

 

Rivista l'incriminazione di Trump per il 6 gennaio
Il procuratore speciale Jack Smith non molla e rivede l'incriminazione contro Donald Trump per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, tenendo conto della decisione della Corte Suprema sull'immunità. Una mossa che apre la strada a una nuova battaglia con i legali dell'ex presidente sulla definizione di immunità presidenziale dettata dall'Alta Corte. I legali dell'ex presidente, secondo Cnn, sono stati colti di sorpresa: si attendevano l'atto di accusa sostitutivo ma credevano che sarebbe arrivato in autunno. "Un gran giurì federale del Distretto di Columbia ha restituito un atto di accusa sostitutivo, nel quale l'imputato è accusato degli stessi reati penali imputati nell'atto d'accusa iniziale", si legge nei documenti depositati in tribunale. "L'atto d'accusa sostitutivo, presentato a un nuovo gran giurì che non aveva ascoltato in precedenza le prove sul caso, riflette gli sforzi del governo per rispettare e attuare" la decisione della Corte Suprema, afferma ancora Smith nei nuovi documenti depositati in tribunale.

Si tratta in tutto di 36 pagine, meno delle 45 dell'incriminazione iniziale. Nessuno dei quattro capi di accusa contro Trump viene rimosso, ma la loro portata viene ridotta e si sottolinea che l'ex presidente non aveva alcun incarico presidenziale assegnato dalla costituzione in merito alla transizione post-elettorale. "L'imputato non aveva responsabilità ufficiali relative al procedimento di certificazione" di voto "ma aveva un interesse personale a essere nominato vincitore delle elezioni", proseguono i documenti, dai quali viene rimosso il "co-cospiratore Jeffrey Clark, l'ex funzionario del Dipartimento di Giustizia. L'atto di Smith arriva nel pieno della campagna elettorale e precede l'atteso dibattito fra Trump e Kamala Harris, in programma il 10 settembre su Abc. La vicepresidente rilascerà intanto giovedì la sua prima intervista da quando Joe Biden si è ritirato: sarà con Cnn dalla Georgia e vi parteciperà anche il suo vice Tim Walz.

L'attesa intervista è un test per Harris e un esame in vista del faccia a faccia con Trump, che avrà le stesse regole dell'ultimo dibattito su Cnn tra Trump e Joe Biden: quindi microfono spento quando parla l'altro candidato, confronto in piedi, senza appunti. In attesa del confronto, i due candidati si sfidano a distanza negli stati in bilico con l'obiettivo di conquistare importanti voti. Trump per farlo può ora contare anche sull'appogggio di Robert F. Kennedy Jr. e l'ex democratica Tulsi Gabbard, che intende nominare co-presidenti onorari del team di transizione che lo aiuterà a selezionare le politiche e il personale di una sua eventuale seconda amministrazione.

 

Meloni torna e blinda Fitto. Sul piatto i balneari
Venerdì Giorgia Meloni con gli altri leader della maggioranza delineerà la rotta dei prossimi mesi, e in Consiglio dei ministri porterà l'indicazione di Raffaele Fitto come nuovo commissario europeo per l'Italia. Al ministro, la premier intanto avrebbe affidato un'ultima missione: trovare una soluzione all'annosa diatriba con l'Ue sulle concessioni balneari. Tornata a Palazzo Chigi dopo un paio di settimane di riposo in Puglia, la presidente del Consiglio si dice pronta ad andare avanti "con ancora maggiore determinazione", liquidando con ironia chi ha fatto polemica per i suoi ultimi giorni di relax lontana dai radar: "Eccomi qua, sono ricomparsa, richiamate tutte le unità, sono a Palazzo Chigi". Giusto il tempo di pubblicare il video sui social, e poi ecco il primo impegno in agenda, tutt'altro che casuale: un lungo pranzo di lavoro proprio con Fitto, il ministro che fin qui si è occupato del Pnrr e che da inizio dicembre potrebbe trasferirsi a Bruxelles.

All'interno del governo e della maggioranza i bene informati danno la questione ormai per definita. La premier, a quanto si apprende, alla fine ha deciso per un passaggio nel Consiglio dei ministri in programma venerdì alle 17 (molto probabilmente il vertice con Matteo Salvini e Antonio Tajani sarà subito prima), e poi invierà la lettera a Ursula von der Leyen con la proposta di candidatura di Fitto. Resta da capire il perimetro della delega, che dovrebbe essere focalizzata su Pnrr e Coesione. Soprattutto, però, si attende di verificare se von der Leyen nel suo secondo esecutivo Ue assegnerà delle vicepresidenze esecutive. L'Italia ne pretende una, o comunque si attende un ruolo in linea con quelli che avranno i commissari di Francia, Germania, Spagna e Polonia.

Le trattative proseguiranno nelle prossime settimane, non solo sull'asse Roma-Bruxelles. Non secondario, in quest'ottica, si annuncia il viaggio di Meloni a Parigi, la settimana prossima, in una delle ultime giornate delle Paralimpiadi, che si chiudono l'8 settembre. Ed è realistico un nuovo incontro con Emmanuel Macron, dopo quello informale del 2 agosto, a margine di una gara olimpica di equitazione a Versailles. Intanto nella capitale francese è atteso nelle prossime ore il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici. Nel lungo faccia a faccia di Palazzo Chigi, Meloni e Fitto hanno anche affrontato il dossier balneari. "Il tema è più complesso delle trattative sulla Commissione Ue...", sorride una fonte di governo. Dopo un lungo braccio di ferro anche nella maggioranza, ora qualcosa si muove. La premier vuole arrivare a una norma quadro che metta l'Italia al riparo dalla procedura di infrazione per violazione della direttiva Bolkestein, e che allo stesso tempo plachi il nervosismo degli imprenditori delle spiagge. Gli indennizzi possono essere una chiave. Il tema potrebbe essere toccato anche nel vertice con Salvini e Tajani. Un'occasione per ripartire dopo un'estate in cui non sono mancate dissonanze fra alleati, dalla Rai alla legge sulla cittadinanza. È in vista un'intesa per sbloccare le nomine dei vertici della tv pubblica. La premier potrebbe confermare l'intenzione di mantenere l'interim sul Pnrr. Le ricorrenti voci di rimpasto per ora sono congelate, in attesa almeno della decisione del Tribunale di Milano sulla richiesta di rinvio a giudizio per la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Sul tavolo del vertice anche i pilastri della manovra (a partire dal nodo pensioni), l'Autonomia e le strategie in vista delle prossime elezioni regionali. Sul Veneto le schermaglie sono già iniziate, con FdI che ha lanciato l'opa politica. Mentre FI avanza pretese sulla Campania con Fulvio Martusciello che si propone. Intanto in Liguria il centrodestra sta convergendo sulla deputata di Noi moderati Ilaria Cavo, di fede totiana. Un messaggio di unità è atteso da parte di Meloni anche alla riunione dell'esecutivo del suo partito, Fratelli d'Italia, convocato per mercoledì prossimo alla Camera. All'ordine del giorno "analisi politica e determinazioni": dovrebbe arrivare la ratifica dell'espulsione del deputato Andrea De Bertoldi. Poi la premier è attesa a Verona venerdì prossimo per il G7 dei Parlamenti, e nelle ore successive - impegno non ancora confermato - a Cernobbio per il Forum Ambrosetti. Parigi potrebbe poi essere l'ultima tappa del fine settimana.