Il primo a esultare è il leghista Zaia: "La sentenza chiarisce ogni dubbio". Il Dem Alfieri: "La legge è stata già demolita a dicembre dai rilievi della stessa Consulta"

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della riforma sull’autonomia differenziata, la cosiddetta legge Calderoli. La sentenza è stata emessa dagli attuali undici membri della Consulta, mentre il Parlamento è in stallo per la nomina dei quattro giudici mancanti. La Corte ha rilevato che "l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell'elettore”. Più nel dettaglio, secondo i giudici, "il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull'art. 116, terzo comma, della Costituzione”. Ciò "non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”, ha concluso la Corte. La sentenza integrale sarà depositata nei prossimi giorni.

 

Le prime reazioni

 

Il primo a esultare è il leghista Luca Zaia: "La sentenza chiarisce ogni dubbio", dice. "Per la seconda volta, la Corte costituzionale conferma tutta la propria autorevolezza sulla questione dell'autonomia. La prima volta con la sentenza relativa al ricorso contro la legge Calderoli, in cui la Consulta ha analizzato il merito della legge, fornendo alcune indicazioni per apportare correttivi, pur confermandone la piena legittimità. Oggi, con questa nuova sentenza, la Corte mette fine alla vicenda referendaria con l'assoluta imparzialità che deve esserle propria. Questo pronunciamento contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell'autonomia, che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di unità nazionale, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà". Di senso opposto il commento di Alessandro Alfieri. Il senatore, responsabile Riforme del Partito democratico, afferma: "La decisione della Consulta sulla non ammissibilità del referendum per l'abrogazione della legge Calderoli è la naturale conseguenza della sentenza della stessa Corte che a dicembre 2024 ha di fatto demolito la legge sull'autonomia differenziata voluta dal centrodestra. Una legge pessima per il nostro Paese, che aumenterebbe ancora di più le disuguaglianze territoriali e sociali. In Parlamento continueremo a dare battaglia per evitare le forzature della destra e bloccare le intese avviate con le Regioni del Nord".