Politica
15 ottobre, 2025Dal palco della Leopolda, Matteo Renzi ha lanciato un messaggio destinato a fare rumore: "Costruiamo una forza che vale il 10%. C’è spazio accanto al Pd e ai 5 Stelle". Il tono era quello delle grandi manovre, il sottotesto chiaro: il tempo dei solisti è finito, serve un federatore
Dal palco della Leopolda, Matteo Renzi ha lanciato un messaggio destinato a fare rumore più nei corridoi parlamentari che sui social: «Costruiamo una forza che vale il 10%. C’è spazio accanto al Pd e ai 5 Stelle». Il tono era quello delle grandi manovre, il sottotesto chiaro: il tempo dei solisti è finito, serve un federatore.
E un nome ha iniziato a girare con insistenza: Silvia Salis, ex olimpionica e oggi sindaca di Genova, potenzialmente capace di parlare sia alla sinistra riformista sia ai moderati in cerca di casa. Perché questo è il nodo: chi guida il "terzo pilastro" accanto al Pd e ai 5 Stelle? Dopo il fallimento del matrimonio Renzi-Calenda (elettoralmente valido, politicamente ingestibile), ora si ragiona su un'area federata, non un partito unico.
Un contenitore per tutto ciò che si muove al centro: da Azione (se deciderà di restare) al nuovo progetto di Luigi Marattin, passando per Primavera di Vincenzo Spadafora, fino ai liberali scontenti del Pd. In Transatlantico si sussurra che Paolo Gentiloni osservi con attenzione gli sviluppi. Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, viene citato come nome “di equilibrio” tra Pd e M5S. Ma è su Salis che si concentrano le attenzioni. Non è un caso che Renzi abbia evocato Romano Prodi, l’ultimo vero federatore del centrosinistra capace di battere Berlusconi alle urne. La suggestione dell’Ulivo rieme ge, anche se i tempi sono diversi e i protagonisti pure. Ma la logica resta la stessa: coalizione larga, candidato condiviso, obiettivo Palazzo Chigi.
Difficile però pensare a una vera alleanza se Calenda continuerà a sfilarsi. Da Azione trapela scetticismo: «Renzi flirta con i populisti di sinistra». E il gelo personale tra i due non aiuta. Ma una fonte dem lo dice senza giri di parole: «Il potere unisce più delle ideologie. E se c’è la possibilità di tornare al governo, molti oggi critici potrebbero riscoprirsi alleati». Il cronometro corre.
Le Europee del 2029 sono la prima vera scadenza utile. Ma tutto si muove guardando all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Un nome come Giorgia Meloni al Quirinale è il fantasma che agita il centrosinistra e alla Leopolda, ha iniziato a muovere anche i fantasmi del centro.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
L'onda lunga - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 10 ottobre, è disponibile in edicola e in app