Politica
15 ottobre, 2025Il Carroccio: "Ritiriamo il presidente Usa quando verrà ritirata la candidatura di Cioppi". Ma l'attivista milanese a bordo della Flotilla si sfila, perché il capoluogo lombardo "non ha ancora reciso il gemellaggio con Tel Aviv"
È “guerra” degli Ambrogini: da una parte la Flotilla, dall’altra Donald Trump. Per il premio che il Comune di Milano assegna ogni anno alle personalità che si sono distinte per il loro impegno civico e il contributo alla città, stanno fioccando candidature diventate immediatamente oggetto di polemica e scontro politico. E che hanno costretto il sindaco Beppe Sala a intervenire in prima persona per ribadire ai consiglieri di rispettare il “regolamento, che avete fatto voi”.
Sala: "La politica deve rispettare le regole"
“Volete, per fare solo un esempio, candidare Trump? Fatelo, ma ricordatevi che la politica per prima deve rispettare le regole. A partire dalle regole che si è autonomamente data. Da sindaco non propongo nomi e non partecipo alla decisione — ha aggiunto Sala in un post pubblicato sui suoi profili social —. Però è mio dovere ricordarvi il regolamento. Vanno premiati 'coloro che... con particolare collaborazione alle attività della pubblica amministrazione, con atti di coraggio e di abnegazione civica abbiano in qualsiasi modo giovato a Milano’”.
La candidatura di Margherita Cioppi della Flotilla
Tutto è partito dalla scelta di due consiglieri comunali — Carlo Monguzzi dei Verdi e Beatrice Uguccioni del Partito democratico — di candidare al prestigioso premio milanese Margherita Cioppi, capomissione della barca Karma, e, tramite lei, simbolicamente tutta la Global Sumud Flotilla.
Annamaria Bernardini de Pace minaccia di restituire il suo Ambrogino
La proposta ha generato subito una levata di scudi, con l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace — premiata con l’Ambrogino nel 2015 — che ha scritto una lettera a Sala: “Questa iniziativa è gravemente inopportuna e profondamente offensiva per il significato che l'onorificenza dovrebbe conservare: premiare chi, con impegno autentico, ha onorato la città di Milano — ha scritto al primo cittadino —. Qualora tale indecorosa candidatura dovesse essere accolto, Le comunico, sin d'ora, la mia volontà di restituire pubblicamente l'Ambrogino d'Oro, che ho ricevuto con orgoglio anni fa". "Le chiedo, peraltro, di convocarmi, così da poterlo fare nello stesso giorno della cerimonia ufficiale di consegna ai rappresentanti della Flotilla, così che il mio gesto, non polemico ma etico, possa essere compreso nella sua portata simbolica", ha concluso Bernardini de Pace.
La Lega ha candidato Donald Trump
Di fronte a una tregua a Gaza che porta la firma di Trump, perché non candidare proprio il presidente degli Stati Uniti? È stato questo, più o meno, il ragionamento (provocatorio?) dei consiglieri milanesi della Lega. “C'è stata una provocazione su un membro della Flotilla che non ha portato nessun beneficio a Milano — ha detto il consigliere comunale e segretario provinciale milanese del Carroccio, Samuele Piscina —. Invece Trump lo sta portando fermando la guerra e permetterà anche lo sblocco dell'appalto per la realizzazione della linea 1 della metropolitana a Tel Aviv che era bloccato: sono 20 miliardi nelle casse di MM e del Comune di Milano". Insomma, "mi sembra più meritoria una candidatura a Trump che a un membro della Flotilla", ha concluso Piscina.
Poi, oggi, è arrivata la replica di Piscina al post di Sala: "Sono disponibile a ritirare la candidatura di Trump solo nel momento in cui verrà ritirata quella della Cioppi. In caso contrario, è evidente che Donald Trump abbia molti più titoli per ricevere l'Ambrogino d'Oro rispetto alla Cioppi".
Cioppi si ritira perché Milano è ancora gemellata con Tel Aviv
Un botta e risposta continuato fino al passo indietro — l’ultimo capitolo di questa nuova polemica milanese — dell’attivista della Flotilla Cioppi, che oggi si è sfilata dalla corsa all’Ambrogino. “Non penso che in questo momento – ha scritto in un post sui social – si possa accettare questa onorificenza”. Ma non per smorzare le polemiche, quanto perché, tra li vari motivi, “il comune di Milano non ha ancora reciso il gemellaggio con Tel Aviv”.
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