Attualità
3 dicembre, 2025Articoli correlati
Misura cautelare per l'ex presidente regionale, accusato di essere a capo di un comitato d'affari che avrebbe deciso appalti, nomine dei vertici della sanità e truccato concorsi pubblici. La decisione del gip dopo gli interrogatori preventivi
Dopo gli interrogatori preventivi delle scorse settimane, la gip di Palermo Carmen Salustro ha disposto gli arresti domiciliari (ma senza braccialetto elettronico) per l’ex presidente siciliano Totò Cuffaro, indagato insieme ad altre 17 persone per associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione. A inizio novembre la procura guidata da Maurizio De Lucia aveva chiesto la misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati nella sanità regionale. Il gip ha invece respinto la richiesta di arresto di Saverio Romano, deputato e coordinatore di Noi moderati.
Oltre che per Cuffaro, ai domiciliari anche a Roberto Colletti, ex dirigente dell’azienda ospedaliera Villa Sofia, e ad Antonio Iacono. Per Vito Raso, già collaboratore di fiducia di Cuffaro, il gip ha invece stabilito l’obbligo di presentarsi periodicamente alla polizia giudiziaria.
Secondo l’accusa, Cuffaro - già condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra - sarebbe stato una sorta di dominus di un comitato d’affari, avendo un ruolo determinante nella decisione degli appalti, nelle nomine dei vertici della sanità regionale e nel truccare concorsi pubblici.
Viene contestata, scrive il gip, l'"ingerenza nelle nomine di dirigenti e funzionari negli enti amministrativi regionali operanti nei settori nevralgici della sanità, degli appalti e delle opere pubbliche" e, spiegano gli investigatori, il suo "diretto coinvolgimento nella conclusione di accordi corruttivi stipulati nell'ambito di gare e concorsi pubblici, tra l'altro e, in particolare, nel settore sanitario".
Sotto la lente dei magistrati, in particolare, la "gara ausiliariato" bandita dall'Asp di Siracusa e il concorso pubblico a 15 posti a tempo indeterminato per operatore socio sanitario all'azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo. All’indomani della perquisizione nella sua abitazione, Cuffaro - che nel frattempo si è dimesso da segretario della Nuova democrazia cristiana - aveva ammesso: “Sul concorso per gli operatori socio sanitari di Villa Sofia ho fatto una minchiata”.
"È estremamente significativo - scrive la gip - che gli indagati parlassero di spartizione di nomine come se la composizione delle commissioni aggiudicatrici dell'ente pubblico andasse scelta non in considerazione dell'oggetto dell'appalto e delle competenze dei membri utili a consentire la miglior valutazione possibile delle offerte, ma secondo logiche di potere, tese ad avvantaggiare questa o quella fazione politica, questo o quell'imprenditore".
"Con il 'sistema' gli indagati agivano per rafforzare le potenzialità del partito di nuova costituzione, individuando come strategia principale quella di condizionare l'andamento di appalti pubblici, e più in generale - continua la gip - di procedure amministrative, tramite pubblici funzionari fidelizzati, operativi nei seguenti settori: i consorzi di Bonifica, anche grazie al ruolo di Dirigente Generale del Consorzio di per la Sicilia Occidentale ricoperto da Giovanni Giuseppe Tomasino, e la sanità pubblica, soprattutto nena città di Palermo - anche grazie all'appoggio fornito da Roberto Colletti, Direttore Generale di Villa Sofia-Cervello - nella città di Siracusa - ove è Direttore Generale dell' ASP un altro soggetto molto vicino a Cuffaro".
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