Politica
16 ottobre, 2025Approvato un emendamento della Lega al ddl Valditara che estende anche agli studenti tra gli 11 e i 14 anni il divieto dei corsi (non obbligatori): "Troppi tentativi di indottrinamento da parte di attivisti di estrema sinistra Lgbt". Applaudono i Pro Vita, protestano le opposizioni
In principio fu il “consenso informato”, con il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che lo scorso maggio ha presentato un disegno di legge che vincolava l'educazione sessuale e affettiva — che in Italia, uno dei pochi Paesi europei, non è materia obbligatoria — a un preventivo assenso dei genitori. E, contestualmente, li vietava del tutto per le scuole dell’infanzia e delle elementari.
Ora il centrodestra cerca di stringere ulteriormente le maglie, con l’approvazione in commissione Cultura della Camera di un emendamento presentato dalla Lega che estende il divieto anche alle scuole medie. La proposta di modifica al ddl Valditara, a prima firma Giorgia Latini, dilata l’esclusione delle attività didattiche e progettuali aventi come oggetto l’educazione sessuo-affettiva, “nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all'ambito della sessualità”, anche “alla scuola secondaria di primo grado”, frequentata da ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 14 anni. Il tutto nel giorno dell’ennesimo femminicidio, con la 29 enne Pamela Genini uccisa a Milano dalle coltellate del suo fidanzato.
Il relatore della legge, il leghista Rossano Sasso, ha spiegato che l’emendamento “si limita ad escludere dalle scuole primarie e secondarie di primo grado attività didattiche che esorbitino da quanto previsto dalle Indicazioni nazionali. Troppe volte — ha aggiunto il deputato del Carroccio — abbiamo assistito a tentativi di indottrinamento da parte di attivisti di estrema sinistra Lgbt". Un riferimento (implicito) all’ideologia gender, “una propaganda fatta da tematiche inopportune e inadeguate a bambini di cinque anni”.
L’emendamento della Lega, e le parole di Sasso, hanno ricevuto subito il plauso di Pro Vita & Famiglia, che da mesi conduce una campagna martellante su questi temi: "Il divieto di affrontare questi temi alle elementari e alle medie — ha detto il portavoce Jacopo Coghe — è una misura di totale buonsenso contro chi in questi anni è entrato nelle classi per parlare di utero in affitto, pillola abortiva, cambio di sesso e favole gay. Vogliamo quindi ringraziare il ministro Valditara, il relatore Rossano Sasso della Lega e tutti i deputati del centrodestra impegnati perché questa legge tagli presto il traguardo dell'approvazione definitiva”.
Protestano le opposizioni. “In un Paese ancora scosso dall’ennesimo femminicidio di una giovane donna, la risposta politica del governo è quella di restringere ulteriormente gli spazi dedicati all’educazione all’affettività e al rispetto dell’altro nelle scuole”, ha dichiarato Irene Manzi, responsabile scuola del Pd. “Un modello censorio — ha aggiunto — che lascia il campo libero alla disinformazione, fondata sul sessismo e la cultura della sopraffazione, che circolano indisturbati in rete”. “Così l'Italia torna nel Medioevo”, è il commento l'europarlamentare Alessandro Zan. Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra ha parlato di “deriva oscurantista della scuola”, accusando la maggioranza di essere “ispirata dal fondamentalismo e dall’estremismo religioso”.
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