Politica
29 ottobre, 2025Mancano ancora mesi alla grande tornata di nomine di primavera, ma nei palazzi della politica — soprattutto quelli targati centrodestra — il totonomi è già partito
Mancano ancora mesi alla grande tornata di nomine di primavera, ma nei palazzi della politica — soprattutto quelli targati centrodestra — il totonomi è già partito. Tra veti incrociati, spartizioni e ambizioni personali, si delinea un mosaico in cui Palazzo Chigi punta a consolidare la propria impronta, rafforzando il controllo sulle grandi partecipate di Stato e blindando la continuità laddove il legame tra politica ed economia è diventato ormai strategico.
Al centro della partita, ancora una volta, c’è Claudio Descalzi. L’amministratore delegato di Eni, in carica dal 2014, è considerato in forte vantaggio per una nuova riconferma. A sostenerlo non è solo il suo profilo tecnico, ma anche il peso crescente assunto dalla compagnia nel nuovo scacchiere energetico internazionale. Prima del 7 ottobre, Eni avrebbe infatti ottenuto una commessa dal governo israeliano per l’estrazione nel tratto di mare antistante alla Striscia di Gaza. Una concessione che oggi, in piena crisi mediorientale, si traduce in un posizionamento strategico: l’Italia, attraverso Eni, potrebbe giocare un ruolo nella futura ricostruzione dell’area, in sinergia con i partner Usa ed europei. Non un dettaglio per Giorgia Meloni, che considera il dossier Medio Oriente una priorità geopolitica.
Stessa sorte — almeno stando ai primi segnali — dovrebbe toccare a Roberto Cingolani, attuale ceo di Leonardo. Già ministro e consigliere strategico di Palazzo Chigi per l’energia, e uomo di fiducia della premier, Cingolani ha gestito il delicato passaggio post-Profumo con discrezione e pragmatismo. Il suo rinnovo, al momento, appare quasi certo.
Diversa la situazione ai vertici delle presidenze. Sia in Eni sia in Leonardo, i rispettivi presidenti Giuseppe Zafarana (ex comandante della Guardia di Finanza) e Stefano Pontecorvo (ambasciatore, ex rappresentante Nato in Afghanistan), potrebbero lasciare. Due poltrone pesanti, su cui si muove già l’ombra di Elisabetta Belloni. Secondo fonti ben informate, uno di questi due incarichi potrebbe segnare il suo ritorno operativo nel perimetro delle grandi aziende pubbliche.
Più incerta la partita in Enel, dove Flavio Cattaneo non ha ancora sciolto le riserve su un eventuale secondo mandato. Alcune fonti lo danno proiettato verso Generali, in un’operazione che coinvolgerebbe anche gli assetti interni di Ferrovie dello Stato.
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