Politica
30 ottobre, 2025L'iniziativa lanciata dai rappresentanti locali del Carroccio e dall'eurodeputata Anna Cisint. Presentato anche un accesso agli atti per verificare l'esistenza di eventuali matrimoni combinati o basati su contratti
A Bologna c'è un "pericolo di radicalizzazione dell'Islam"? Lo sostiene la Lega che, oltre ad aver presentato in Comune un accesso agli atti per verificare l'esistenza di eventuali matrimoni combinati o basati su contratti, nei prossimi giorni avvierà anche una raccolta firme affinché il capoluogo emiliano "non diventi la capitale del fondamentalismo islamico".
Tra le proposte figurerebbe il divieto al velo integrale e lo stop alla carne halal nelle mense pubbliche, comprese quelle scolastiche. La raccolta firme "Stop radicalizzazione islamica a Bologna" partirà il prossimo 9 novembre in via Matteotti. Le proposte saranno successivamente portate anche in Consiglio comunale.
A presentare l'iniziativa questa mattina (30 ottobre) in conferenza stampa a Palazzo D'Accursio sono stati il capogruppo del Carroccio in Comune, Matteo Di Benedetto, il segretario cittadino del partito, Cristiano Di Martino, e l'europarlamentare leghista Anna Cisint, che da anni - fin da quando era sindaca di Monfalcone - porta avanti campagne contro l'islam. "Tutte le intelligence europee ci dicono che c'è un pericolo e anche a Bologna è presente almeno una moschea non regolare, da cui un imam lancia messaggi che ci preoccupano molto" afferma Cisint. Il riferimento è alla moschea abusiva IQRAA, in via Jacopo di Paolo, dove “al suo interno si è predicato odio, ed è già stato espulso un imam. Un altro, altrettanto pericoloso, ne ha preso il posto, diffondendo messaggi contro gli 'infedeli' e una visione di sottomissione della donna, dal velo integrale e la subalternità rispetto all’uomo ne sono simboli evidenti” si legge nel comunicato diffuso dai tre membri del Carroccio.
“Il tema dell'islam radicale non ha nulla a che vedere con il diritto di culto. La comunità islamica deve però sottoscrivere l'accettazione a sottostare all'ordinamento giuridico italiano, cosa che non avviene per la Sharia. Non si può più far finta di niente, il sindaco Lepore non ha ancora capito che la discriminazione parte anche da qui", precisa Cisint.
“È logico pensare che anche Bologna non sia esente da queste situazioni, che sono presenti in varie forme", afferma Di Martino. Ferma la posizione di Di Benedetto: "Ogni volta che ci sono casi di violenza sulle donne, la condanna è unanime e si chiede al Governo di fare di più. Quando però questi episodi sono legati a una matrice islamica, tutti spariscono. Si ignora che questo è un grosso problema di integrazione".
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Schiava virtuale - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 31 ottobre, è disponibile in edicola e in app


