Politica
6 ottobre, 2025L'evento spostato da Palazzo Ducale ai Giardini Luzzati. Le opposizioni in Consiglio comunale: "Un invito inopportuno, figura divisiva". Risponde il centrosinistra: "Invitare Albanese è un dovere democratico"
L'incontro a Genova con la relatrice delle Nazioni Unite Francesca Albanese, confermato nella data di domani, martedì 7 ottobre alle ore 20, sarà spostato da Palazzo Ducale ai Giardini Luzzati. A comunicarlo sono gli stessi organizzatori di Defence for Children con un comunicato. "Gli organizzatori, dispiaciuti per il cambiamento dell'ultimo minuto indipendente dalla loro volontà, ringraziano l'amministrazione comunale, Fondazione Palazzo Ducale, così come i Giardini Luzzati, per la collaborazione e per la disponibilità nei tempi brevissimi del caso".
"L'incontro gratuito e ad accesso libero fino ad esaurimento posti, manterrà sempre lo stesso format di intervista pubblica con il giornalista Matteo Macor e sarà trasmesso in diretta streaming da tutti i canali di Good Morning Genova e dalla pagina YouTube di Defence for Children", prosegue il comunicato. All'incontro è stata annunciata anche la presenza della sindaca di Genova, Silvia Salis.
Il cambio di location arriva dopo le polemiche sollevate dalla deputata di Noi moderati e capogruppo in consiglio comunale Ilaria Cavo, che ha chiesto alla prima cittadina lo spostamento della data dell'incontro, per non sovrapporsi con l'anniversario della strage del 7 ottobre. "Silvia Salis è, o dovrebbe essere, la sindaca di tutti i genovesi: anche della comunità ebraica che non può accettare che Francesca Albanese, figura certamente divisiva, partecipi domani, 7 ottobre, a un incontro alla presenza della prima cittadina. Proprio nel giorno in cui ricorre l'anniversario della strage dei kibbutz. Una coincidenza inaccettabile", ha detto.
Anche la capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio comunale, Alessandra Bianchi, parla di un “invito inopportuno” in un periodo storico “in cui stiamo assistendo alla recrudescenza dell'antisemitismo, fenomeno preoccupante come ha detto anche Papa Leone”. “Le recenti affermazioni che relatrice speciale delle Nazioni Unite ha rilasciato, predicando proprio la comprensione per l'attacco del 7 ottobre, rendono il suo invito non solo inopportuno ma addirittura provocatorio. Abbiamo sentito tutti gli slogan che circolavano e giustificavano la caccia all'ebreo nelle manifestazioni che, travestite da sciopero, hanno inneggiato alla cancellazione di Israele. A questo si aggiungono anche le affermazioni di Albanese contro la polizia italiana, accusata di fascismo, che non possono trovare ospitalità nella nostra città a meno che non confermino la volontà espressa da questa amministrazione di depotenziare la polizia locale minando la sicurezza di Genova salvo poi colpevolizzare il governo" ha proseguito la consigliera.
"Ci chiediamo, inoltre, come sia possibile che il campo largo genovese, che nello scorso consiglio comunale ha votato a sostegno dell'istituzione della Commissione speciale Segre, possa sostenere un appuntamento con una relatrice che ha dimostrato di non aver rispetto per le parole della Senatrice Segre oltre a non essere aperta ad un confronto libero e democratico. Non so se il sindaco Salis avrà il coraggio di prendere finalmente una posizione e nel caso lo facesse si prepari a subire la Fatwa del nuovo idolo della sinistra intollerante, come è accaduto al suo collega di Reggio Emilia. E non speri nel sostegno del Pd, lui ancora lo sta aspettando''.
Dalla maggioranza in consiglio comunale arrivano le risposte alle accuse della destra. Francesca Ghio, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra in Comune, oltre che prima firmataria della mozione che ha portato il Comune di Genova a riconoscere lo Stato della Palestina, riferisce che l’invito di Albanese rappresenta “un gesto di verità, di giustizia e di coraggio civile" e non una provocazione. “In questi giorni abbiamo assistito a polemiche strumentali, alimentate da chi preferisce silenziare chi denuncia le violazioni del diritto internazionale anziché affrontare la realtà dei fatti. Albanese non è 'divisiva': è una relatrice speciale delle Nazioni Unite che svolge il proprio lavoro con competenza, coraggio, indipendenza e rigore, documentando ciò che da quasi due anni il mondo intero vede a Gaza", ha affermato Ghio.
"Dare voce a Francesca Albanese è un dovere democratico” dice. “Chi la attacca, spesso senza nemmeno conoscere i suoi report o leggere i suoi interventi, dimentica che sta colpendo un'autorevole rappresentante delle Nazioni Unite, impegnata nel documentare crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Tacitarla sarebbe un insulto non solo alla libertà di espressione, ma anche alla dignità delle istituzioni locali e internazionali".
"Proprio in un momento in cui la propaganda sionista cerca di offuscare la verità e polarizzare ogni discussione, Genova, sempre in prima linea e dalla parte giusta della storia, sceglie giustamente di aprire uno spazio di confronto e consapevolezza. Perché di fronte a un genocidio non si può restare neutrali. O come Francesca Albanese si sta dalla parte giusta della barricata, quella che difende la vita, la verità e la pace o si è la barricata stessa", ha concluso la capogruppo Avs.
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