Politica
10 novembre, 2025Da "Mussolini ha vinto le elezioni" alle "leggi approvate dal Parlamento": la polemica per le interpretazioni sul Ventennio del vicesegretario della Lega. Che si dimentica di citare una serie di elementi che hanno caratterizzato quegli anni, dall'omicidio Matteotti allo squadrismo
“Ripetizioni per chi la storia l’ha studiata nei manuali del Pd”. Inizia così il post che Roberto Vannacci dedica alla storia del fascismo. E che, ancora una volta, si trasforma in polemica, con le opposizioni che chiedono alla Lega di prendere le distanze dal suo vicesegretario. Tutto era iniziato da Dritto e Rovescio con un’intervista a Paolo Del Debbio, in cui l’europarlamentare — oltre ad aver derubricato a “canzone canticchiata in luogo privato” gli inni al Duce nella sede di Fratelli d’Italia di Parma — aveva detto, tra le altre cose, che Benito Mussolini aveva vinto le elezioni.
Poi, dopo che le sue parole sono diventate un caso, ha rilanciato. “Il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento”. Vero, ma i fascisti elessero 35 deputati e al governo ci andò perché nominato dal re Vittorio Emanuele III, mentre le camicie nere marciavano su Roma, dopo il suo rifiuto di firmare lo stato d’assedio. E dimenticandosi, Vannacci, di tutti gli attacchi squadristi che hanno accompagnato quegli anni e viziato di violenza quelle elezioni.
“La marcia su Roma — continua il vicesegretario sui social, estrapolando una frase dello storico Francesco Perfetti — non fu un colpo di Stato ma ‘poco più di una manifestazione di piazza’”. E ancora: “Il fascismo, almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino, cioè all’interno dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia. Tutte le principali leggi — dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938 — furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge”.
Si dimentica, gli fanno notare i critici, di citare l’omicidio Matteotti, la messa fuori legge di partiti e giornali d’opposizione, la polizia politica, il plebiscito sulla lista unica fascista, il confino per i dissidenti. E l’elenco potrebbe essere lungo.
Le opposizioni sono partite subito all’attacco. "È imbarazzante il silenzio di Salvini sulle provocazioni fasciste di Vannacci — è il commento del senatore Pd Francesco Verducci —. Se la Lega è ancora un partito antifascista, allora intervenga e tolga a Vannacci un ruolo che è un offesa per la nostra Repubblica e la nostra Costituzione”. Dura la presa di posizione anche di Avs: "Vannacci - ha sottolineato Luana Zanella - sconfitto alle urne in Toscana, straparla di fascismo aizzando il popolo dei social. Non è un uomo pericoloso quanto ridicolo, ma sarebbe bella una rivolta all'interno di quella Lega che fu federalista e antifascista”.
Il post Facebook del vicesegretario del Carroccio si riempie di commenti, per di più critici. A sua difesa è intervenuto però Caio Mussolini, nipote del figlio primogenito del Duce, Vittorio. "È tutto corretto. Per quanto possa dispiacere a molti — ha scritto —. E aggiungo che la violenza dopo la prima guerra mondiale nasce a sinistra (volevano fare 'come in Russia', con attentati, bombe, uccisioni, bastonature, 'biennio rosso' e 'grande paura'...) e che il fascismo fu una reazione a queste violenze". Non solo: "La donna si è emancipata proprio durante il fascismo". E il Duce "ha protetto Gramsci" e Amendola, che "non è morto dopo essere stato picchiato ma è deceduto per un tumore sette mesi dopo".
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Mafie nel pallone - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 7 novembre, è disponibile in edicola e in app


