Politica
18 novembre, 2025Limiti, vincoli, contraddizioni per un disegno di legge a misura di campagna elettorale: zero euro nel 2026, potere all'Inps e 400 euro al mese a chi assiste per almeno 91 ore alla settimana. Ecco il testo della ministra leghista della Disabilità
Eccolo qui il disegno di legge per «riconoscere e tutelare» i caregiver familiari. Eccolo qui il disegno di legge per alleviare la fatica «di chi assiste e si prende cura» di un parente disabile, convivente e non convivente, entro e non oltre il terzo grado. Eccolo qui il disegno di legge firmato dalla ministra leghista Alessandra Locatelli, tre anni dopo la proposta del suo stesso partito e altre decine di proposte di maggioranza e di opposizione, due anni dopo l’istituzione di un tavolo di studio che si è esteso a tavolata con quaranta invitati, quasi un anno dopo l’annuncio congiunto e solenne con la collega ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. Eccolo qui il disegno di legge depositato all’ufficio legislativo della presidenza del Consiglio lo scorso 30 ottobre per una ulteriore manutenzione, un testo di 16 articoli comprese le disposizioni finali che L’Espresso ha consultato in anticipo e ha cercato di interpretare con il supporto dei migliori esperti del settore e dunque, scoperchiate le falle, le toppe, i vincoli, vien da chiedersi: è tutto qui?
Non corriamo troppo perché la ministra non vuole correre, anzi il disegno di legge – e questa è l’unica certezza al momento – è calibrato con tale maestria da cadere nei primi mesi del 2027, forse pure qualche mese più in là, a ogni modo puntuale per la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento. E se fossimo malpensanti potremmo dire che è una operazione di propaganda alla Achille Lauro, non il cantante, ma non lo siamo e perciò non lo diciamo. Ci affidiamo alle scadenze previste nel medesimo disegno di legge: la ministra lo vuole condividere con il suo tavolo/la sua tavolata di studio per portarlo attorno a Natale, dopo l’approvazione della legge di Bilancio, in Consiglio dei ministri. Poi il disegno di legge dovrà transitare alle Camere e non sarà una ola, considerati i rapporti pessimi fra deputati e senatori delle commissioni affari sociali – senza eccessive distinzioni – e la ministra Locatelli. Non è finita. Perché il disegno di legge avrà bisogno di una serie di decreti attuativi di numerosi ministeri per sprigionare i suoi effetti. Sì, quali effetti? Per non eccedere in critica, va subito chiarito che la ministra Locatelli ha (avrà) il merito di far approvare la prima legge per riconoscere il ruolo dei caregiver familiari che, di fatto, e non ce lo dobbiamo scordare, suppliscono allo Stato, arrivano dove lo Stato non arriva o arriva tardi, sacrificano intimità, carriere, affetti per un parente disabile con un impegno costante di decine di ore alla settimana e, nel caso di specie, ci riferiamo a 2,367 milioni di italiani, in gran parte donne (1,579 milioni). Proprio per il sostegno alle «iniziative legislative» per i caregiver familiari, cioè il disegno di legge della ministra Locatelli, la legge di Bilancio ha stanziato 1,15 milioni di euro per il 2026 e 207 milioni di euro per il 2027 e per il 2028. I governi spronano i giornali a dare le buone notizie e, per vezzo, quelle che li coccolano: accontentati. Ma le buone notizie sono terminate.
Nel 2026 ai caregiver familiari non andrà neanche un euro, perché l’1,15 milioni è per l’istituto previdenziale nazionale Inps che deve allestire una piattaforma digitale a «settembre» per permettere ai caregiver familiari di registrarsi a «ottobre». Gli appuntamenti di settembre e di ottobre, che possono sembrare ipotetici, sono espressamente indicati nel disegno di legge della ministra Locatelli. E i soldi? Con calma. Va citato il comma 1 dell’articolo 14 con tutte le sue limitazioni e tutti i suoi rimandi: «A decorrere dall’anno 2027 è riconosciuto a favore di un solo caregiver familiare di cui all’articolo 2, comma 5, lettera a (…) un contributo trimestrale posticipato che non concorre alla formazione del reddito». Allora scomponiamo questo sformato di norme. Il 31 ottobre 2026 bisogna essere a posto con l’Inps, per i soldi se ne parla a «decorrere dall’anno 2027»: a gennaio, a febbraio, a marzo, a comizi convocati, a urne aperte? Chissà. I soldi sono riservati soltanto a un caregiver familiare, un genitore su due per esempio, che rientra nella «lettera a», una delle quattro tipologie previste dal disegno di legge. Vediamo di quale tipologia si tratta: «lettera a» corrisponde al caregiver familiare prevalente, convivente del disabile e con un carico assistenziale uguale o superiore a novantuno ore settimanali. Per intenderci, e perché non sembri un refuso: dodici ore al giorno, festivi, vacanze, ponti, cioè sempre. Per ottenere l’assegno statale, e questa è un’altra grave limitazione, il caregiver familiare prevalente deve trovarsi in una situazione economica di indigenza, almeno secondo i canoni Istat, con un limite di 3.000 euro lordi annui da attività lavorativa (si incentiva il nero? Semmai ci fosse il tempo) e una soglia Isee di 15.000 euro. Consumate le premesse, sveliamo la cifra: il tetto massimo è di 1.200 euro trimestrali, quindi 400 euro al mese. E gli altri? I conviventi e non conviventi da dieci a trenta e sino a novantuno ore settimanali: esclusi o respinti, fate voi, per loro aiuti differenti, non soldi. Peraltro i caregiver non conviventi devono risiedere in un raggio di venticinque chilometri. Tutto questo penalizza i caregiver familiari, e spesso donne, che con coraggio si ostinano a non abbandonare il lavoro e chiedevano alle ministre Locatelli e Calderone il versamento di contributi previdenziali figurativi. Lo stesso ritorno al lavoro è scarsamente agevolato dal disegno di legge: crediti formativi per più giovani e iscrizione d’ufficio al sistema informativo per per l’inclusione sociale e lavorativa già parecchio affollato (in sigla Siisl, circa un milione di italiani).
Il governo è prudente. Le coperture finanziarie sono deboli. Per il 2027 servono 257 milioni e per il 2028 si sale a 260 milioni di euro e sono ricavati così: 207 annui sono nella legge di Bilancio, altri 50 annui sono tolti dal Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità. (Forse Achille Lauro lo avrebbe definito il gioco delle tre carte o delle due scarpe). Il limite di spesa per i caregiver familiari è di 250 milioni nel 2027 e 253 milioni nel 2028. Il resto è per l’Inps che diventa centrale per gestire i caregiver familiari: 1,15 milioni nel 2026; 7 milioni nel 2027; 6,68 milioni nel 2028. Si poteva fare prima coinvolgendo tutti i partiti. E probabilmente si poteva fare meglio. Però se l’obiettivo era la campagna elettorale, complimenti ministra Locatelli, non si poteva fare prima e non si poteva fare meglio. Chapeau.
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