Politica
6 novembre, 2025In un'intervista al Corriere, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio cerca di fare "chiarezza" sulle accuse mosse dal conduttore. Ma, aggiunge, spesso è difficile “ottenere giustizia con Report"
Come in commissione Antimafia, anche in Vigilanza Rai la domanda più delicata posta a Sigfrido Ranucci è stata quella sul pedinamento sei servizi segreti, che sarebbe stato ordinato, secondo quanto denunciato dal conduttore di Report, da Giovanbattista Fazzolari. Un’accusa “troppo grave, per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che oggi in un’intervista al Corriere della Sera replica per chiedere “chiarezza”.
L’accusa di Ranucci non è nuova: già a marzo, al Parlamento europeo, aveva ipotizzato che potesse esserci Fazzolari dietro il presunto spionaggio partito nei suoi confronti. Dopo un'inchiesta, ha aggiunto ieri - 5 novembre - sul padre di Giorgia Meloni. Qualche mese fa, il sottosegretario diceva: “I servizi non dipendono da me, comunque non ne sarebbe valsa la pena”. Ora, invece, annuncia “un’azione legale, accompagnandola all’offerta di una possibile mediazione. Mi sarei fermato se Ranucci avesse smentito. Lui ha rifiutato” e due giorni fa, il 4 novembre, “con l’aiuto di Scarpinato, ha messo in scena un altro grottesco siparietto. Se ti viene chiesto se c’è un collegamento tra l’attentato che ti ha colpito e un esponente del governo, la risposta dovrebbe essere molto chiara: ‘No’. Ranucci, al contrario, ha chiesto di secretare la sua risposta, alimentando così il sospetto che quel collegamento ci fosse davvero”.
“Le accuse sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto” dice Fazzolari, che poi evoca l’impossibilità di “ottenere giustizia con Report. Io mi rifiuto di credere che sia così — è il ragionamento del sottosegretario —, ma non aiuta l’immagine di un giornalista con numerose querele che riceve la standing ovation da chi dovrebbe giudicarlo con imparzialità. Nessuno è al di sopra della legge e io ho troppo rispetto della magistratura per pensarlo, ma è evidente la disinvoltura con la quale Report fa il suo lavoro. Troppo spesso abbiamo visto inchieste infarcite di accuse totalmente infondate, costruite solo per colpire qualcuno con la tracotanza di chi non teme conseguenze legali”.
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