Politica
4 dicembre, 2025A poche ore dal Cdm che avrebbe dovuto avere all'ordine del giorno il decreto (poi saltato) sugli aiuti all'Ucraina, il leader forzista garantisce che il nuovo pacchetto verrà approvato entro fine anno
Sugli aiuti a Kiev, nonostante lo scetticismo leghista, il governo intende andare dritto. Ieri - 3 dicembre - lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal Bahrein. “La possibilità di inviare aiuti all’Ucraina scade il 31 dicembre, un decreto per quella data ci sarà. Aiuteremo l’Ucraina a difendersi dall’aggressore, c’è più di un consiglio da qui a fine anno che lo consente”.
Oggi, a poche ore dal Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto avere all’ordine del giorno (ma poi è saltato) il nuovo pacchetto di aiuti - il dodicesimo dall’invasione russa -, è il ministro degli Esteri Antonio Tajani a ribadirlo. Sulle armi a Kiev “la posizione è quella indicata dal presidente del Consiglio, che io condiviso - ha detto a margine di un convegno sulla giustizia organizzato da Forza Italia a Montecitorio -. Prima della fine dell'anno si approverà il testo”. Poi, incalzato sulla divergenza di posizioni dell’altro partner di governo, Matteo Salvini, il leader forzista taglia corto: “Può dire quello che vuole. La politica estera è di competenza del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri”.
Una formula, quella usata da Tajani, che aveva già riproposto in passato per relativizzare le diverse sensibilità della Lega in politica estera - soprattutto sul conflitto in Ucraina - e per ribadire che la linea del governo rimarrà la stessa seguita finora.
Dopo le uscite di Salvini degli scorsi giorni, con i dubbi alimentati anche dalle inchieste sulla corruzione in Ucraina, ieri la posizione della Lega l’ha illustrata il capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo: “In questa fase serve un provvedimento che guardi alle garanzie di sicurezza dell’Ucraina nell’ambito del piano di pace degli Stati Uniti. Una semplice proroga rischia di non essere allineata al percorso negoziale”. Alla fine la proroga non vedrà la luce al Consiglio dei ministri di oggi, ma - come garantiscono sia Meloni che Tajani - entro fine anno.
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