Scutellà (M5s) non avrà più un seggio alla Camera, prende il suo posto il forzista Gentile. Lo sfogo della deputata: "Fate schifo"

L'Aula di Montecitorio approva la relazione della Giunta per le elezioni e accoglie il ricorso del candidato azzurro. Conte attacca Tajani: "Una truffa. Espediente vergognoso per avvantaggiarvi"

La parlamentare del Movimento 5 stelle Elisa Scutellà non avrà più un posto in Parlamento. Al suo posto subentrerà l'esponente di Forza Italia Andrea Gentile. Il braccio di ferro era partito dopo un ricorso del candidato azzurro, con la Giunta delle elezioni che aveva ricontato di nuovo le schede nulle e bianche. Il collegio in questione è un uninominale calabrese delle politiche del 2022, dove Gentile era arrivato secondo a 482 voti dalla pentastellata Anna Laura Orrico. Dopo il riconteggio, il candidato di Forza Italia aveva 240 schede in più rispetto a Orrico, che però era stata eletta anche nel collegio proporzionale e, per questo, aveva scelto di cedere il seggio alla collega Scutellà. Un rebus che si è risolto dopo mesi di discussioni e polemiche, con la Camera dei deputati che ha approvato – con 183 voti a favore e 127 contrari – la relazione della Giunta delle elezioni. Stabilendo così la riassegnazione del seggio calabrese ad Andrea Gentile, figlio dell’ex sottosegretario Antonio Gentile, e non a Scutellà perché, a sua volta, Orrico è risultata essere eletta nel collegio plurinominale.

"Tutti sanno che è un'ingiustizia"

“Siamo arrivati alla fine di una vicenda contrassegnata da dati surreali e soprusi – ha attaccato in aula Scutellà –. Tutti, anche chi ha spinto questo ricorso, mi ha detto privatamente che è un’ingiustizia, ma andava fatto. Ma va fatto per chi e per cosa? Sapete cosa andava fatto? Andava rispettato il voto dei cittadini calabresi. Avete cambiato le regole – ha continuato – perché nel 2022 il ministro dell’Interno ha dettato le linee guida: una X è valida e due o tre sono nulle. Voi avete cambiato questi criteri rendendoli retroattivi. I calabresi hanno votato bene e non hanno votato per Forza Italia e Andrea Gentile. Oggi state facendo una porcata, e vedo che nel plotone di esecuzione c’è anche Tajani in Aula che invece di risolvere le guerre viene qua per far entrare Gentile.

Poi ha continuato nel suo j’accuse: “Oggi mi buttate fuori ma io sarò più forte di prima da fuori e continuerò a combattere questo sistema clientelare e di famiglie che i calabresi per bene non vogliono, quel sistema che vede in campagna elettorale non dei politici ma dei signorotti”. E prima di uscire dall’Aula in lacrime, tra l’applauso dei colleghi, ha aggiunto: “Fate schifo, questo sistema fa schifo”.

 Conte: "Duecento schede recuperate? Una truffa"

La giornata si era aperta con l’attacco del leader del M5s Giuseppe Conte ad Antonio Tajani, che ha accusato il vicepremier di essere in Aula “per riscuotere un seggio nell’interesse di partito”. E dopo il voto, il presidente pentastellato ha preso la parola a Montecitorio: “Quest’Aula dovrebbe essere concentrata da mesi a risolvere problemi urgenti, dal caro vita al caro bollette. Quando parleremo del piano di riarmo? – ha detto rivolgendosi a Tajani –. Si ribalta il risultato. Duecento schede recuperate al voto? Una truffa. Questo è l’espediente vergognoso per avvantaggiarvi”.

“La procura indagherà, anche se siete allergici ai giudici”, ha continuato. Per Conte quel che è accaduto è una cosa “gravissima”: è stato tolto “questo seggio alla nostra collega per darlo al signor Gentile, che ha un merito: è di nobile lignaggio politico e pretende per propensione ereditaria questo seggio. Ed è riuscito ad assoggettare tutta la giunta per le elezioni. Ci troviamo con il voto democratico stravolto”, ha aggiunto, per colpa di “anomalie” e di un “sistema clientelare”. Poi il gruppo parlamentare dei 5 stelle ha abbandonato l’aula e ha organizzato un corteo per i corridoi di Montecitorio.

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