C’era una volta il consenso leghista. Era un muro impenetrabile che grosso modo corrispondeva ai territori strappati all’Austria-Ungheria fra Ottocento e Novecento. Dalla grande storia alle piccole lotte di potere è su questo terreno che si svolge la sfida interna al centrodestra per riequilibrare i rapporti con Fdi, il partito di maggioranza relativa guidato dalla premier Giorgia Meloni.
La posta in gioco non è poi nemmeno tanto trascurabile visto che l’ex lombardo-veneto perduto da Francesco Giuseppe è composto dalla prima e dalla terza regione italiana nella classifica della produzione di ricchezza. Nei due territori che non sono mai stati a sinistra il braccio di ferro tra meloniani, forzisti e salviniani proietta un’ombra anche sugli equilibri del governo centrale, molto meno coeso di quanto i numeri lascino immaginare.
A giorni si attende la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso di Luca Zaia contro il voto nel prossimo autunno. Il leghista veneto, al governo da quindici anni, punta su una proroga di qualche mese. Ma le probabilità che il Cds faccia prevalere lo statuto regionale sulla legge nazionale e sposti le elezioni dopo la chiusura dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026 sono modeste. Questo significa che ci vuole un candidato entro il prossimo trimestre, prima che inizi l’estate.
Per Zaia e per la Liga il salvabile va salvato subito e il tempo fugge come le risorse economiche. La situazione produttiva del Veneto è in costante peggioramento per la crisi delle esportazioni. Nei territori dove fino a pochi anni fa le imprese faticavano a soddisfare la domanda e a trovare operai, i sindacati calcolano che undicimila lavoratori di 221 aziende dipendono dagli ammortizzatori sociali. Nell’ultimo biennio le ore di cassa integrazione autorizzate sono passate da 51 milioni nel 2023 a quasi 70 milioni l’anno scorso e l’aumento delle procedure di liquidazione è salito del 34 per cento dal 2023 al 2024. La sanità tiene ancora bene e guida la classifica delle regioni italiane nella pagella timbrata dal ministro Orazio Schillaci alla fine di febbraio ma i conti sono a rischio per il contratto capestro sulla superstrada pedemontana che unisce le province di Vicenza e di Treviso.
I dazi trumpiani incombono su 7,3 miliardi di euro di prodotti spediti verso gli Stati Uniti nel 2024, già in calo di quasi il 4 per cento rispetto al 2023. La prima voce, che secondo i dati Istat sono le forniture di materiale medico, aveva già perso quasi il 18 per cento nell’ultimo anno dell’amministrazione Biden. L’exploit delle bevande e soprattutto del prosecco è a rischio per la batosta tariffaria nel 2025.
Dalle bollicine al trasformismo, nei due palazzi veneziani che ospitano il consiglio (Balbi nel sestiere di Dorsoduro) e la giunta (Ferro Fini nel sestiere di San Marco) è partito l’esodo dalla Liga verso Fdi. Di recente Zaia ha perso due consiglieri, la trevigiana Silvia Rizzotto e il veronese Marco Andreoli. Altri due zaiani sarebbero in transito e i candidati sono stati individuati nella pattuglia dei morosi che da tempo non pagano la quota di 1200 euro mensili alle casse del partito che nel complesso aspettano arretrati per la rispettabile somma di 150 mila euro. La convenienza di passare con Giorgia sta anche nel fatto che Fdi ha pretese economiche inferiori verso i componenti del suo gruppo. La nomina del prossimo candidato sembra ristretta al derby fra il segretario regionale leghista e deputato padovano Alberto Stefani, 32 anni, e il senatore meloniano Raffaele Speranzon.
Intanto l’opposizione si balocca con un toto-candidati che va dalle celebrity della pandemia, con l’immunologa Antonella Viola, di base a Padova, e l’ex collega di ateneo, il microbiologo Andrea Crisanti, fino allo scintillante mondo del football con l’ex centravanti e commentatore televisivo Aldo Serena da Montebelluna. Tutti e tre hanno declinato in modo cortese (Viola e Serena) o con qualche polemica (Crisanti).
Chiunque finisca in testa alla lista del centrosinistra appare destinato a una sconfitta certa nella regione dominata dal 1995 al 2010 dal forzista Giancarlo Galan e per i successivi quindici anni da Zaia. Non si è del tutto dissipata l’ombra dell’inciucio con un sostegno esterno agli zaiani da parte del Pd, che nell’ultima legislatura regionale ha conquistato a sorpresa due capoluoghi importanti come Verona con gli ultramoderati Damiano Tommasi, ex centrocampista dell’As Roma, e come Vicenza con il trentacinquenne Giacomo Possamai. In Veneto, il cambio di equilibri alle urne è evidente. Alle politiche 2022 i salviniani sono sprofondati al 14,5 per cento contro il 32,7 di Fdi. Due anni dopo alle Europee, il calo si è accentuato fino al 13,1 per cento contro il 37,6 dei meloniani.
La stessa pagella ministeriale che ha decretato il successo del Veneto ha retrocesso al sesto posto la sanità lombarda. La reazione di Attilio Fontana è stata insolitamente polemica. Il presidente leghista rieletto nel febbraio 2023 ha attaccato i «burocrati di Roma» che tardano a sbloccare i decreti per l’autonomia differenziata e il federalismo fiscale obbligando il ministro Schillaci, romano con laurea alla Sapienza ed ex rettore di Tor Vergata, a una parziale ritrattazione.
Ma il quieto vivere dell’alleanza di governo non può nascondere i problemi dell’assessorato di Guido Bertolaso, indipendente di matrice politica forzista. Il catalogo è lungo. Il centro di prenotazioni unico (Cup), fortemente voluto dall’ex capo della Protezione civile, non parte per la resistenza passiva dei gruppi privati. Le case di comunità per puntellare la medicina territoriale arrancano. Nel 2024 c’è un buco, denunciato anche dall’Anac, di 105 milioni di euro pagati ai gettonisti che – Bertolaso dixit - «in dieci giorni fanno 15 mila euro, poi vanno alle Maldive». Fra il gennaio 2022 e l’ottobre 2025 sarebbero dovuti andare a gara affidamenti per 81,7 miliardi ma molti appalti sono in ritardo così come il progetto della Città della salute a Sesto San Giovanni.
Lo scontro interno più recente riguarda la controllata regionale Aria, da sempre feudo della famiglia La Russa. Romano, fratello minore del presidente del Senato e vicepresidente della giunta lombarda con delega alla sicurezza, continua a decidere il destino della società incaricata delle gare, già finita nel mirino di Bertolaso tre anni fa. Nel pieno del caos dei vaccini anti Covid l’allora consulente dell’assessora Letizia Brichetto Moratti aveva tolto ad Aria la programmazione degli appuntamenti per affidarla a Poste. Poche settimane fa l’attacco si è ripetuto e ha coinvolto il management della società presieduta da Marco Ambrosini, larussiano. Oltre all’ex numero uno del defunto casino di Campione d’Italia, finito in tribunale contro la casa da gioco, in Aria c’è anche Sandro Sisler, direttore affari legali e senatore Fdi molto legato a Marco Osnato. Il suocero di Romano La Russa era presente alla cena pasquale di Ignazio, dove si è discusso del prossimo candidato a sindaco di Milano. Anche qui la volata è lunga, visto che Giuseppe Sala completerà il secondo e ultimo mandato nella primavera 2027. Al convivio si è notata l’assenza del segretario leghista lombardo e capogruppo in Senato Massimiliano Romeo, spesso critico con la svolta a destra del partito, rappresentato nella serata chez Ignazio dal sottosegretario Alessandro Morelli.
Salvini in persona ha annunciato di avere «parlato con persone di statura e spessore» per la poltrona di palazzo Marino. Ma lui per primo sa che dare le carte spetta ad altri. Lo score leghista in Lombardia è da tempo in calo. Il 16,5 per cento delle regionali 2023, quando Fdi era già diventato il primo partito con il 25,2 per cento, è sceso al 13 alle politiche del 2022 e alle Europee 2024, con i meloniani al 28,5 e al 31,8 per cento, rispettivamente. La Lombardia non è molto più contendibile del Veneto per un eventuale assalto del centrosinistra, che al momento ha incassato la tiepida autocandidatura di Sala. In una regione che ospita i maggiori gruppi della sanità privata con un budget 2025 di 23 miliardi di euro, la partita delle candidature nel centrodestra si giocherà fra cliniche, Irccs e laboratori diagnostici.