Alla Camera dei deputati è il giorno dell’informativa del governo su Gaza. Le parole di Antonio Tajani segnano un progressivo indebolimento dell’appoggio a Israele, in linea con i nuovi umori che circolano in Europa dopo l’avvio della nuova operazione militare israeliana: “La popolazione della Striscia sta pagando da troppo tempo un prezzo altissimo. Pagano, come ha sottolineato Papa Leone XIV, i bambini, gli anziani, le persone malate. Questi morti innocenti feriscono i nostri valori e indignano le coscienze. La legittima reazione del governo israeliano a un terribile e insensato atto terroristico, sta assumendo forme assolutamente drammatiche e inaccettabili. Da amico di Israele - ha aggiunto - dico che è fondamentale porre subito fine all’escalation e all’emergenza umanitaria”. La seduta è iniziata con un minuto di silenzio dell’Aula per “rendere omaggio alle vittime palestinesi e israeliane”.
"L'espulsione dei palestinesi non è un'opzione accettabile"
Il vicepremier in quota Forza Italia, in piedi tra i banchi del governo quasi al completo, ha ribadito la necessità di fermare le ostilità - “il ripristino del cessare il fuoco è un passaggio indispensabile” - e puntare su un negoziato, ribadendo che “l’espulsione dei palestinesi da Gaza non è e non sarà mai un'opzione accettabile, per questo sosteniamo con convinzione il piano arabo a guida egiziana per la ripresa e la ricostruzione, che è incompatibile con ogni tentativo di sfollamento forzato. L'ho ribadito al presidente Al-Sisi nella mia ultima visita al Cairo, ed è stato ribadito anche al vertice di Madrid a cui l'Italia ha partecipato”, ha affermato il ministro degli Esteri.
"Preoccupazioni per i rigurgiti di antisemitismo"
Tajani ha anche sottolineato che “l'obiettivo irrinunciabile resta l'avvio di un processo politico che porti a due Stati che convivano in pace e sicurezza”, ribadendo la solidarietà ai parenti “di tanti che, quel 7 ottobre di due anni fa, si trovarono sulla strada dei terroristi e la vicinanza del governo e di tutto il Paese”. E poi: “Vorrei condividere anche qui la mia forte preoccupazione per i rigurgiti di antisemitismo a cui assistiamo in questi giorni - ha concluso -. Episodi vergognosi come il cartello appeso in un negozio a Milano non possono essere derubricati a fatto di cronaca. Perfino la Senatrice Liliana Segre, a cui vanno tutta la mia solidarietà è stata oggetto di incredibili, aberranti insulti antisemiti". "Non si possono far ricadere sugli ebrei le azioni del governo israeliano! Mai più! Nessuno, dovrà mai più avere paura perché ebreo”.
Le repliche delle opposizioni
“Noi vogliamo sapere cosa fa il governo italiano per fermare tutto questo, è troppo tardi”, ha replicato il responsabile Esteri del Partito democratico, Giuseppe Provenzano, che ha definito le parole di Tajani "vaghe, inadeguate, imbarazzate e imbarazzanti. Le sue parole forse erano buone qualche mese fa, 50mila morti fa. L'unico aiuto umanitario utile è fermare Netanyahu, altro che 15 camion al giorno rispetto alla crisi umanitaria in atto. E la distribuzione degli aiuti non deve essere militarizzata, la deve fare l'Onu". Poi ha aggiunto: "È troppo tardi per le parole che non avete avuto il coraggio di pronunciare fin qui. Non bastano le nostre parole, figuriamoci le sue, timide, vaghe, inadeguate imbarazzate e imbarazzanti. Lei ci spiega che siete amici di Israele, voi siete amici di Netanyahu, come il ministro Salvini che gli è andato lì a stringere quelle mani sporche di sangue mesi fa. Netanyahu deve essere chiamato a rispondere dei suoi crimini, proprio perché a noi sta a cuore la lotta all'antisemitismo che alberga nelle organizzazioni giovanili di alcuni partiti, e lei non ha avuto nemmeno il coraggio di pronunciare quel nome. È tardi ma fatelo oggi, noi lo chiederemo oggi e nelle piazze perché noi non siamo complici".
"Signor ministro, lei ha aperto l'informativa chiedendo un minuto di silenzio in memoria delle vittime palestinesi e israeliane, e ha fatto bene - ha esordito il co-portavoce di Avs Nicola Fratoianni -. Avrebbe però dovuto chiedere un altro minuto di silenzio in memoria delle parole che non ha detto e soprattutto delle scelte che non avete fatto – dice il deputato di Avs prendendo la parola in aula –Non provate neanche un po' di vergogna? Non fate fatica ad andare a dormire la sera? Non vi vergognate di fronte all'orrore che da troppo tempo abbiamo davanti e di fronte al fatto che, a differenza dei tanti italiani e cittadini dell'Europa e del mondo si mobilitano ogni giorno per manifestare il proprio sdegno e cercare di aumentare la pressione sulle istituzioni, voi avreste il potere di fare qualcosa ma avete scelto l'ignavia del silenzio, la vergogna della vigliaccheria, la comodità dell'ipocrisia. Allora ve lo chiedo ancora, non vi vergognate?".
Per Carlo Calenda "Israele va sanzionato e va riconosciuto lo stato di Palestina. Questo oggi è possibile fare, altro non è possibile fare, sic rebus stantibus. Bandiere di Hamas, grido ‘ebrei al mare', sono cose che non vanno accettate invece alla manifestazione del 7 giugno. Ma oggi va detto che quanto succede a Gaza deve finire".
"Tutto parte dal 7 ottobre. Il 6 ottobre il Medioriente era una zona di convivenza pacifica. Volete raccontarci questo? Volete dimenticare che gli abitanti di Gaza dovevano chiedere il permesso a Israele per entrare e uscire dalla Striscia prima del 7 ottobre? Volete dimenticare le sistematiche violenze degli israeliani? Volete dimenticare Netanyahu che diceva che finanziare Hamas era interesse di Israele?", ha ricordato in Aula il capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera Riccardo Ricciardi.