Marina Berlusconi contro Trump, la replica di Santanchè: "Sbagliato intervenire così su un nostro alleato"

Il botta e risposta (a distanza) dopo che la primogenita dell'ex premier ha detto che il presidente Usa "sta infliggendo un colpo durissimo alla credibilità dell’America e dell’Occidente". Ronzulli: "Ha una visione, va ascoltata"

Le divergenze sulle alleanze, europee e internazionali, nel centrodestra italiano sono note. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia siedono in gruppi diversi al Parlamento europeo. E anche sul nuovo corso dell’amministrazione americana non mancano dei distinguo all’interno della maggioranza, soprattutto da parte del partito fondato da Silvio Berlusconi, più timido nell'appoggio a Donald Trump, come invece fanno Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Ma queste divisioni diventano più rumorose quando, com’è accaduto oggi 9 maggio, a essere tirata in ballo è stata direttamente Marina Berlusconi.

Le parole di Santanchè

Anche se finora si è formalmente tenuta alla larga dalla politica attiva, la primogenita dell’ex presidente del Consiglio non ha mai risparmiato commenti sui temi di attualità che intersecano l'azione legislativa. Dopo le dichiarazioni sui diritti - ambito in cui si è definita “più vicina alla sinistra di buon senso” che alla destra attualmente al governo - l’ultima uscita (critica) è stata su Donald Trump, che vede in Meloni la sua principale alleata nell’Unione europea. “Non mi sembra giusto intervenire a gamba tesa sul presidente degli Stati Uniti che è un nostro alleato con il quale, a prescindere da chi è il presidente, dobbiamo avere rapporti assolutamente buoni. Anzi direi ottimi, di collaborazione”, ha replicato questa mattina la ministra di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè, pur senza citare direttamente Marina Berlusconi. “Non sono abituata a giudicare quello che fanno i leader e i presidenti delle altre nazioni. Credo che sia ovvio che Trump, a volte, in termini di comunicazione le spari grosse. Però forse è una tecnica e poi dobbiamo vedere quali saranno i risultati”.

Cosa aveva detto Marina Berlusconi

Parole di tutt’altro segno quelle pronunciate ieri dalla presidente Fininvest, la holding dell’impero berlusconiano. “Sono bastati davvero pochi giorni, i primi 100 giorni, per far vacillare quelle che erano le certezze su cui era stato costruito l’ordine politico ed economico del dopoguerra - ha detto la primogenita di Berlusconi, parlando a margine dell’inaugurazione del restyling della libreria Rizzoli nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano - e per infliggere infliggere obiettivamente un colpo durissimo alla credibilità dell’America e quindi dell’Occidente”. Il giudizio negativo è anche sulla politica economica del presidente degli Stati Uniti, con i suoi dazi che sono stati “una ferita profonda per la loro credibilità che non sarà facile da far rimarginare. Bisogna sperare che Trump sia costretto, come sta accadendo, dai problemi, dai danni provocati dalle sue decisioni, a rivedere un po’ tutto. E a fare marcia indietro”. L’America “non è solo di Trump - ha continuato - gli stati Uniti sono molto di più. Sono e devono restare il faro del mondo libero e democratico e nemmeno questo periodo così difficile, così complicato, per certi versi così buio, può e deve mettere in discussione il loro ruolo”. Le parole della primogenita di Berlusconi hanno trovato l'appoggio della senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli: "Marina Berlusconi è sempre stimolo di grande riflessione e va ascoltata, perché è un'imprenditrice che ha il polso economio del Paese, che conosce bene i numeri, che ha una visione".

Il giudizio positivo su Meloni

Il giudizio negativo su Trump non nasconde l’ottimismo sul governo Meloni. La premier, per Marina Berlusconi, “sta facendo quello che è giusto fare, cioè si sta impegnando per mantenere uniti Italia, Europa e America. I dazi sono qualcosa di negativo per tutti, i controdazi altrettanto”. Mentre l’esecutivo “sta facendo bene e muovendo nella giusta direzione, con responsabilità nella gestione della finanza pubblica. È riuscito a far tornare i conti nonostante i vincoli europei e una eredità difficile lasciata da chi ha usato i soldi pubblici come un bancomat”. Però, ha concluso, è “fondamentale anche in futuro non discostarsi un millimetro da questi valori e continui a muoversi in modo coerente e coordinato con l’Europa”.

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