Politica
11 luglio, 2025Salvare il salvabile del Green deal. Con un occhio al prezzo dell'energia. Parla l'europarlamentare Pd, membro della Commissione ambiente
La mozione contro la presidente della Commissione Ursula von der Leyen non è passata e lei è a Roma a discutere tranquillamente di Ucraina. Eppure i socialisti erano molto contrariati e hanno minacciato di astenersi fino all'ultimo momento.
"Abbiamo riflettuto molto sull'astensione ma alla fine abbiamo deciso di votare contro perché abbiamo ricevuto garanzie sul fondo sociale europeo, che prevederà anche fondi per l'emergenza casa in Europa. Adesso dobbiamo occuparci di budget pluriennale, che è fondamentale per i prossimi anni. Dobbiamo difendere il Green Deal dagli attacchi della destra il più possibile e dobbiamo farlo con nuove risorse e nuovi strumenti. E naturalmente l'obiettivo è quello di avere un Next Generation Eu permanente per fare un salto di qualità come Unione". A parlare è Annalisa Corrado, responsabile per le politiche ambientali del Pd e membro della Commissione ambiente all'Europarlamento: «Se quella precedente è stata la legislatura degli strumenti, questa sarà quella degli obiettivi, dalla decarbonizzazione alla soluzione dei problemi delle persone. Dobbiamo restare in trincea, dossier dopo dossier, cercando di portare a casa qualcosa perché non è ancora il momento dello strappo».
L'ultimo sgambetto del Ppe non ha avuto un impatto sulla vostra decisione?
"Non è stato bello che il Ppe non abbia approvato la mozione di urgenza per la legge Clima perché rischiamo di arrivare senza nulla alla Cop di Belém a novembre e di lasciare gli obiettivi 2040 nelle mani dell'estrema destra che vuole uccidere la transizione climatica. È stato un brutto colpo. Adesso il Ppe parla di mettere sul tavolo un'altra mozione di urgenza a ottobre. Vedremo".
Ma allora perché respingerla adesso?
"Appunto. Ma noi non possiamo cedere su questo. Dobbiamo provarle tutte per non perdere la leadership europea sul Green Deal. Per non cedere alle forze di estrema destra. Se ci sarà un testo alternativo a quello del relatore di estrema destra, cosa possibile, lavoreremo su quello e anche su un'altra mozione di urgenza se sarà proposta. Però avremmo voluto che la legge con gli obiettivi 2040 fosse approvata prima della riunione del Consiglio del 18 settembre, in modo che la nostra posizione fosse pronta".
Quali sono le priorità da salvaguardare all'interno del Green Deal?
"Deve cambiare la retorica del Green Deal, per questo è stato importante il Clean Industrial Act. Dobbiamo guardare soprattutto al prezzo dell'energia elettrica. È controllato dalla fonte più cara che in Italia è il gas, e, siccome ne siamo ancora molto dipendenti, il prezzo dell'energia elettrica da noi è il più alto di Europa. Come se non bastasse questo deficit di partenza, da noi il rapporto di prezzi tra elettricità e gas finisce per essere 3:1 se non 4:1, rispetto agli altri Paesi europei dove è solo poco più del doppio. E questo anche a causa della mancanza di trasparenza nella formazione dei prezzi, su cui Arera (ndr: l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) dovrebbe vigilare. Sulla questione c'è grande omertà ma un prezzo dell'energia così alto rispetto al resto d'Europa costa tantissimo alla nostra industria. In Spagna invece il prezzo dell'energia è molto basso: non solo è più basso il costo del gas ma il prezzo dell'energia che proviene dalle rinnovabili è separato dal resto. E le rinnovabili sono diventate la fonte principale di elettricità del Paese. L'economia spagnola cresce a ritmi molto elevati".
Le fonti di energia sono anche alla base dei conflitti...
"Von der Leyen non ha una strategia comune sul riarmo e non la può avere se l'Europa non diventa energeticamente autonoma. Non puoi difenderti dalla Russia se continui a comprare energia dalla Russia. In tutti i conflitti è cruciale il controllo degli idrocarburi: Russia, Egitto, Libia. Perfino nei Territori occupati dagli israeliani passa un gasdotto che arriva fino in Italia".
E però bisogna continuare a fare i conti con questa Commissione e questo parlamento...
"All'interno di questo perimetro istituzionale si combatte perché se salta pure questo non ci saranno i minimi sindacali per portare avanti le nostre battaglie. In questo momento comunque von der Leyen sta tentando di tenere testa a Trump e Putin. Non penso che ci possiamo permettere una crisi interna all'Europa".
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