Politica
18 luglio, 2025Le vicine elezioni in Veneto e Campania provocano frizioni nel centrodestra. Ma non sono le uniche regioni prossime al voto a raffreddare il termometro della maggioranza
Non c'è pace nel centrodestra. Il termometro dei rapporti tra Matteo Salvini e Antonio Tajani segna freddo polare. Le frizioni su Ius Scholae, terzo mandato e dossier europei sono solo il contorno. Il vero casus belli è la partita a scacchi sui candidati alle prossime Regionali. A far saltare i nervi al Carroccio è stato l’affondo azzurro in Veneto: in casa FI si fa filtrare il nome di Flavio Tosi per il dopo-Zaia. Un modo per provocare la Lega sul suo terreno più identitario. La risposta leghista non si fa attendere: minaccia di correre da sola e, nel frattempo, alza il nome del fedelissimo Alberto Stefani, classe ’92, oggi vice di Salvini al partito.
Ma anche Fratelli d’Italia è della partita: se Zaia sarà davvero messo da parte, Giorgia Meloni potrebbe rivendicare il candidato in Veneto. Il nome sul tavolo è quello di Raffaele Speranzon, senatore e fedelissimo della premier. A meno che – ipotesi che circola con insistenza a Palazzo Chigi – non prevalga l’opzione civica: in quel caso il nome caldo è Matteo Zoppas, presidente dell’Ice, con buoni rapporti trasversali e un profilo spendibile anche fuori dal recinto del centrodestra.
Intanto si muove qualcosa anche nelle altre Regioni al voto. In Puglia Forza Italia studia la candidatura di Mauro D’Attis, mentre FdI osserva la mossa di Decaro, ancora indeciso se scendere in campo. Ma su Bari pesano due ingombranti ombre: Emiliano e Vendola. In Campania il centrodestra valuta Edmondo Cirielli, mentre il Pd sogna Roberto Fico ma deve fare i conti con De Luca senior e junior: Piero De Luca chiede le primarie, Elly Schlein tentenna.
In Toscana avanza il nome di Alessandro Tomasi, sindaco meloniano di Pistoia. Ma anche qui si attende il primo passo del centrosinistra. Nelle Marche, invece, tutto fermo: si va verso la ricandidatura di Francesco Acquaroli. Ma lo scontro vero resta tutto interno al centrodestra. E la trattativa, questa volta, non sarà indolore. Da via della Scrofa hanno già fatto sapere che il peso numerico dei partiti andrà rispettato. Con buona pace di Lega e Forza Italia.
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