Politica
23 luglio, 2025Articoli correlati
L'ex sindaco e ora candidato per il centrosinistra nelle Marche è finito sotto la lente degli inquirenti per alcuni bandi senza gara quando era primo cittadino. Per ora il campo largo lo difende (i sondaggi lo danno in vantaggio su Acquaroli) ma Conte chiede di "chiarire"
L’avviso di garanzia nei confronti del candidato del campo largo nelle Marche, Matteo Ricci, rischia di diventare per il centrosinistra un’altra grana, giudiziaria e politica, dopo le indagini milanesi che coinvolgono in prima persona il sindaco Beppe Sala. Ma le indagini della procura di Pesaro non si fermano all’attuale europarlamentare del Pd, all’epoca dei fatti sindaco della cittadina marchigiana, ora in corsa per scalzare Francesco Acquaroli dalla guida della regione (e per ora in testa ai sondaggi). Sono in tutto 24 gli indagati con l’ipotesi di corruzione nell’inchiesta su una serie di affidamenti del Comune di Pesaro avvenuti tra il 2014 e il 2019.
Affidamenti diretti sotto la lente dei pm
Nel registro degli indagati ci sono ex funzionari comunali, rappresentanti di partecipate e altre persone e a tutti è contestata l’ipotesi corruttiva: per Ricci, indagato per falso e concorso in corruzione, non ci sarebbe stata nessuna contropartita in denaro o altra utilità ma – questa la tesi degli inquirenti – una sorta di ritorno d'immagine personale come politico e amministratore. I pm ipotizzano l’esistenza di un sistema che avrebbe legato l'amministrazione pesarese ad alcune associazioni – tra cui Opera Maestra e Stella Polare – che negli anni avrebbero ottenuto affidi diretti, senza bandi di gara, per interventi di vario tipo (dal murales per la Segre al cascone per Valentino Rossi fino a feste o altri eventi) per oltre 500 mila euro. Per l'accusa, le procedure messe in atto per questi interventi avrebbero aggirato gli obblighi di legge, con anche un contorno di sponsorizzazioni opache, sfociando in corruzione per utilità di vario tipo.
Ricci: "Sereno" ma "amareggiato"
Ieri sera – 22 luglio – era stato lo stesso Ricci ad annunciare sui suoi profili social l’avviso di garanzia che gli è stato recapitato. Si è definito “sereno” anche se “molto amareggiato e arrabbiato” per la tempistica della notifica e si è detto “del tutto estraneo” alle contestazioni. “Non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici di lavori, mi sono sempre fidato ciecamente dei miei dirigenti e collaboratori – ha spiegato –. Quando un sindaco governa ha tantissimi collaboratori: se eventualmente un collaboratore sbaglia il sindaco è parte lesa. Fra l’altro l’accusa è curiosa perché mi si dice che non avrei ottenuto nessuna utilità patrimoniale, ma che avrei ottenuto una utilità in termini di consenso politico, e si dice una cosa che io smentisco, cioè che conoscessi queste associazioni”.
Una grana per il centrosinistra?
Al di là delle contestazioni penali – entro fine luglio i pm sentiranno Ricci e gli altri indagati – c’è una questione politica che si apre e che investe i partner del campo largo. Elly Schlein, per ora, appoggia il suo candidato e dal Nazareno si contestano tempistiche e merito delle accuse: “Che significa che ha ricevuto un ritorno di visibilità? Non è normale per un politico?”. Giuseppe Conte, invece, che a Milano ha chiesto le dimissioni d Sala, per ora resta cauto su Ricci anche se ha chiesto all’ex sindaco di “chiarire”. “Come M5s non sottovalutiamo le ipotesi accusatorie, ma ci riserviamo di valutare approfonditamente le contestazioni mosse a Ricci, al fine di comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, condotta che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori. Auguriamo all’interessato di chiarire al più presto con l’autorità giudiziaria questa vicenda, così da diradare tutti gli eventuali dubbi”.
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