Politica
24 luglio, 2025Il documento pubblicato dall'Anm risale al 3 maggio del 1994. E c'è anche il nome dell'attuale guardasigilli che oggi, invece, mette la propria firma sulla riforma della Giustizia che prevede le stesse cose criticate trent'anni fa
Correva l’anno 1994. Un quasi cinquantenne Carlo Nordio – allora pubblico ministero a Venezia – firmava con altri colleghi una lettera indirizzata all’Anm. “I sottoscritti magistrati – si legge nel documento – aderiscono al comunicato dell’Associazione nazionale magistrati in quanto contrari alla divisione delle carriere dei magistrati con funzioni requirenti e con funzioni giudicanti”. A pubblicare il documento datato 3 maggio di 31 anni fa è la stessa Anm.
Oggi Nordio, tolta la toga e approdato nel frattempo al dicastero via Arenula, è il ministro che mette la propria firma sulla riforma della Giustizia che prevede, tra le altre cose, proprio la separazione delle carriere osteggiata negli anni Novanta. “Un passo molto importante – come l’ha definito lo stesso guardasigilli – verso l'indipendenza della magistratura da se stessa” e “dalle sue correnti”.
Il primo punto dell’appello che Nordio e colleghi avevano firmato tre decenni fa è particolarmente significativo: “Nella storia dell’Italia repubblicana, l’indipendenza del Pm rispetto all’esecutivo e l’unicità della magistratura ha rappresentato in concreto una garanzia per l’affermazione della legalità e la tutela del principi di eguaglianza dinanzi alla legge”. Lo riporta la rivista dell’Anm. In pratica, continua l’associazione dei magistrati, le “stesse argomentazioni che porta avanti oggi l’Anm e che Nordio respinge, dopo averle condivise e sottoscritte nella veste di magistrato”.
La replica del titolare della Giustizia non si è fatta attendere: "In quegli anni ero contro la separazione delle carriere perché auspicavo che la magistratura restasse compatta, in tempo di stragi e tangentopoli. Poi ci fu il caso del suicidio di un indagato in una mia inchiesta a Venezia. Da lì capì che si stava esagerando e nel 1995 cambiai idea, tanto che anche alcuni giornali il giorno dopo titolarono su questa mia nuova decisione", ha spiegato Nordio all'Ansa. "Del resto non sono stato certo l'unico tra i magistrati, tra i politici e tra i giornalisti a cambiare idea. Nel 1997 fui chiamato dai probiviri dell'Anm per render conto delle mie idee, che ribadì".
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Cementopoli - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 25 luglio, è disponibile in edicola e in app