Politica
29 luglio, 2025Articoli correlati
Il passo indietro del primo cittadino per "inagibilità politica" a meno di due mesi dall'elezione. La decisione alla vigilia del tavolo al Mimit sul futuro dell'acciaieria della città. La scelta è stata presa dopo essere stato costretto a barricarsi nel Municipio per le proteste
Quella di ieri - 28 luglio - stata una serata ad alta tensione che si è conclusa, inaspettatamente, con le dimissioni del sindaco di Taranto, Piero Bitetti, a meno di due mesi dalla sua elezione. Dopo una riunione sull’ex Ilva – mentre si aspetta l’incontro conclusivo sull’accordo di programma di giovedì 31 luglio sull’acciaieria della città – cittadini e associazioni ambientaliste hanno contestato duramente il primo cittadino di centrosinistra che, quando ha provato a uscire dal palazzo del Comune dove si stava tenendo il faccia a faccia, è stato bloccato al grido di “assassini, assassini”. Per questioni di sicurezza è stato costretto a rientrare nel Municipio e barricarsi. Poi ha firmato la lettera con cui, parlando di “inagibilità politica”, ha annunciato il suo passo indietro.
“Abbiate rispetto delle nostre lacune – aveva dichiarato –. Stiamo prendendo appunti per capire ogni aspetto di questa vertenza così complessa”. Bitetti aveva dato disponibilità a incontrare altri rappresentanti delle associazioni la mattina seguente, cioè oggi. “Siamo qui – ha detto durante l'incontro – per difendere il territorio. Io non ho passato una sola notte dal 17 giugno, giorno della mia proclamazione, senza pensare all'ex Ilva. La prima bozza di accordo ci è stata inviata il 18 giugno con richiesta di approvazione in 48 ore. Abbiamo detto che i 13 anni di transizione proposti sono troppi. Serve una direzione più rispettosa”.
La scelta del primo cittadino, che ora ha 20 giorni per confermare o ritirare le sue dimissioni, arriva alla vigilia di due appuntamenti cruciali per il futuro industriale della città: il Consiglio comunale di domani, 30 luglio, e il vertice al ministero delle Imprese e del made in Italy, il 31 luglio, in cui si dovrebbe discutere ed eventualmente approvare la bozza dell’accordo di programma che mira a fissare modi e tempi della decarbonizzazione.
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