Politica
12 settembre, 2025In programma a Palazzo Albergati dal 17 ottobre, la rassegna espone opere che studiano il rapporto tra censura, libertà d’espressione e arte. Ma per la capogruppo meloniana in Consiglio regionale, ci sono immagini "volgari e lesive dei simboli religiosi cristiani"
La mostra “Arte Proibita", in programma a Bologna, a Palazzo Albergati, dal 17 ottobre, non è ancora iniziata e fa già discutere. L’accusa di blasfemia arriva da Fratelli d’Italia, che guarda con sospetto le oltre 50 opere di artisti internazionali che riflettono sulle conseguenze della censura e su come essa limiti la libertà di espressione.
Marta Evangelisti, capogruppo di FdI al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, ha detto che “alcune opere esposte riporterebbero immagini giudicate da una parte della cittadinanza come offensive, volgari e lesive dei simboli religiosi cristiani, in particolare della croce, riferimento centrale per milioni di fedeli”. Il rischio, secondo la consigliera, sarebbe quello di causare un danno d’immagine per Bologna e per la comunità regionale, “nota nel mondo per la sua ricchezza culturale e spirituale. La libertà di espressione artistica - ha concluso Evangelisti - è un valore tutelato, ma non può tradursi in oltraggio ai sentimenti religiosi e ai valori profondi di una comunità”.
Il “McJesus”
Al centro delle polemiche, tra le altre opere esposte, ci sarebbe il “McJesus” dell’artista finlandese Jani Leinonen, utilizzato anche come copertina della mostra. Censurata nel 2019 ad Haifa, in Israele, la composizione raffigura crocefisso, e con le sembianze di Gesù, Roland McDonald, la celebre mascotte della multinazionale statunitense degli hamburger.
La comunità cattolica e greco-ortodossa della città avevano presentato (e vinto) un’istanza al tribunale locale per farla rimuovere. Eppure, il significato dell’opera, secondo il suo autore, avrebbe poco a che fare con la dimensione religiosa e spirituale. Sarebbe, piuttosto, una critica diretta alla società capitalista e alle sue conseguenze devianti. Uno squarcio al velo oscuro delle multinazionali e della logica che persegue sempre e comunque la ricerca della massimizzazione dei profitti. All’epoca delle proteste di Haifa, l’arcieparca di Akka dei Melchiti, comunità cattolica di rito orientale, Georges Bacouni, aveva detto: “Ciò che è appropriato per l’Europa non lo è per noi”.
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