Politica
18 settembre, 2025Alla riforma della Giustizia manca solo il quarto e ultimo ok da Palazzo Madama, poi si aprirà il (probabile) iter per il referendum. Dopo il voto la seduta è stata sospesa per qualche minuto per le proteste delle opposizioni
Con 243 voti a favore e 109 contrari, la Camera ha dato il via libera alla riforma costituzionale della Giustizia che prevede, tra le altre cose, la separazione delle carriere (qui tutte le misure). È il terzo semaforo verde — dopo quello di Montecitorio dello scorso 16 gennaio e quello del Senato del 22 luglio — della riforma fortemente voluta dal governo e che ora dovrà fare un quarto e ultimo passaggio a Palazzo Madama prima dell’approvazione definitiva.
Nel caso in cui, come prevedibile, la separazione delle carriere dovesse passare al Senato con una maggioranza inferiore ai 2/3, allora si aprirebbero le porte per un praticamente certo referendum costituzionale. Al momento del voto in Aula si è scatenata una bagarre, con i commessi e i questori costretti a intervenire per impedire scontri fisici e con il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, che ha sospesa la seduta per alcuni minuti.
La capogruppo Pd, Chiara Braga, ha protestato contro gli applausi partiti dai banchi del governo al momento del voto: “Presidente, non si applaude dai banchi del governo, il governo dovrebbe alzarsi e rispondere su quello che sta accadendo a Gaza, anzichè fare questa scena patetica, della quale anche il ministro degli Esteri si e' reso protagonista, alzarsi e applaudire...", ha detto Braga, mentre alcuni deputati dell'opposizione si dirigevano verso i banchi del governo per protestare
La seduta di oggi è arrivata dopo che ieri il centrodestra ha rischiato, per l’assenza di alcuni parlamentari della maggioranza ancora nei propri territori, di non avere i numeri per approvare la riforma. Anche per questo, per dilatare i tempi della discussione generale e per permettere il ritorno a Roma degli eletti, si sono iscritti in tredici a intervenire durante la discussione generale. Oggi, come scrive l’Ansa, ai deputati di maggioranza è arrivato il “tassativo” ordine di presenziare alla seduta “e tutto il governo è stato precettato”. Fra gli altri, prima dell'inizio della seduta fissato a mezzogiorno, sono arrivati il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro degli Affari europei Tommaso Foti, quello dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il Guardasigilli Carlo Nordio, con cui più di un deputato ha voluto posare per una foto ricordo in una giornata considerata particolarmente importante dal centrodestra.

LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Nuovo ordine - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 12 settembre, è disponibile in edicola e in app