Politica
30 settembre, 2025Il sindaco di Milano si dice "soddisfatto" del voto del Consiglio comunale. Salvini: "Persi cinque anni e una grande occasione". La Russa: "Sala non ha una maggioranza". Applaude Barbara Berlusconi: "Bella notizia per la città"
Il day after del voto con cui il Consiglio comunale di Milano ha dato il suo via libera alla vendita dello stadio San Siro a Inter e Milan, è tempo di resa dei conti nel centrodestra. A finire sul banco degli imputati è Forza Italia: tre dei suoi quattro consiglieri sono usciti dall’Aula permettendo così alla maggioranza — nonostante le defezioni — di avere i voti necessari per far passare la delibera a cui il sindaco Beppe Sala legava il suo futuro politico alla guida del capoluogo lombardo. E infatti, a chi gli chiedeva un commento sulla geografia politica che ha portato al semaforo verde sul Meazza, il primo cittadino ha risposto: “Io in certi momenti voglio essere anche un pochino cinico, conta il risultato”, ha detto a margine del Consiglio metropolitano.
“Tra poco tempo ci si dimenticherà dei 24 voti e tutti metteremo la testa sul progetto del nuovo stadio. Quindi — ha aggiunto Sala — da questo punto di vista non è una cosa che mi preoccupa. Io tendo a vedere quelli che stanno dall'altra parte politica come avversari, non come nemici. Non mi scandalizzo se Forza Italia partecipa ad un percorso del genere sullo stadio”.
Dopo l’intervento acceso della vicesegretaria leghista Silvia Sardone durante la seduta, il Carroccio è tornato ad attaccare il partito con cui siede insieme al governo. "Mentre noi cercavamo in ogni modo di migliorare la delibera" sulla vendita di San Siro “e di contrastare la sinistra in consiglio comunale, Forza Italia era assente dopo aver deciso di fare da stampella alla sinistra, salvando di fatto la poltrona del sindaco Sala", spiega in una nota il gruppo consiliare della Lega al Comune di Milano, che definisce "imbarazzante" l'atteggiamento degli forzisti.
Sul tema è intervenuto anche, in prima persona, il leader della Lega Matteo Salvini. “Che Milano abbia bisogno di un nuovo stadio lo diciamo da tempo, ma che Sala e la sua giunta abbiano perso cinque anni è evidente, perché siamo tornati come nel gioco dell'oca a cinque anni fa — ha sottolineato Salvini —. Abbiamo perso cinque anni e un miliardo e 300 milioni di investimento sul territorio per arrivare a una delibera non chiara in tutti i punti”. In realtà, la differenza è che cinque anni fa gli spazi sarebbero stati dati in concessione, adesso è una vera e propria vendita.
Per il presidente del Senato Ignazio La Russa, siciliano d’origine ma milanese d’adozione, la votazione in Consiglio comunale “dimostra che la maggioranza di Sala non è arrivata al numero 25, che è la maggioranza degli aventi diritto. Dimostra che non c'è la maggioranza. Se su questi temi si può andare avanti senza una maggioranza è un problema che non attiene a me ma alla giunta di sinistra”.
Ad applaudire la scelta del Consiglio comunale è invece Barbara Berlusconi, anche se non è ascrivibile in toto a Forza Italia. Ma per la terzogenita dell’ex premier, nonché ex amministratrice delegata del Milan, si tratta di “una bella notizia per la città. Milano ha sempre sacrificato una parte della propria storia e conformazione urbanistica in nome del progresso e della modernità. Per questo — aggiunge la Barbara Berlusconi — è la città che è oggi. Il confronto con gli stadi degli altri paesi europei, e con l'indotto economico che portano al territorio, è impietoso. Non bisogna avere paura del futuro. Né vivere nel passato, in una sorta di decrescita felice, solo italiana”.
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