Don Giancarlo Manieri non ci sta a fare la figura del "Don Abbondio" romano. E, dopo aver rilasciato interviste a Repubblica e Sky, difende la decisione di celebrare il funerale di Vittorio Casamonica attravero il blog ospitato dal sito della parrocchia Don Bosco, come segnala l'Huffington Post.
Nel suo messaggio don Manieri risponde alle critiche arrivate dopo le esequie di Casamonica accompagnate, fuori dalla Chiesa, da carrozze trainate da cavalli, aerei, Rolls Royce e cartelli inneggianti al "Re di Roma".
"Credo di aver fatto solo il mio dovere", scrive don Manieri, "Sono un prete, non un poliziotto e nemmeno un giudice. Se una persona viene da me chiedendo di confessarsi, lo confesso; se un’altra si accosta alla comunione gli porgo l’ostia, non gli chiedo la fedina penale, se un signore mi chiede di celebrare il funerale di un suo congiunto lo celebro; non è scritto da nessuna parte che debba indagare chi è. [...] Personalmente non conoscevo il nome del boss dei Casamonica per me poteva essere il più lontano dei parenti".
Sempre sull'opportunità di celebrare il funerale, don Maniero continua, puntanto il dito contro le autorità. "Molti mi hanno rimproverato di non aver bloccato il funerale a un boss che ne ha combinate più che Bertoldo. Ma se era così fuori norma, perché mai era a piede libero? Hanno aspettato la sua morte sperando che lo... "arrestasse" il parroco? Mio dovere è distribuire misericordia, m’insegna Papa Francesco. Ed è quello faccio".
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Lo stesso parroco risponde ad alcune critiche arrivate, prima fra tutte la presunta donazione da cinquemila euro che i Casamonica avrebbero fatto alla chiesa per il rito. Cifra seccamente smentita. "Tanto per rispondere a certe insinuazioni sui soldi. “Quanto devo?". “Può fare un’offerta, se vuole". L’offerta è stata di € 50,00 (cinquanta non cinquemila)", scrive don Manieri.
Il parroco si tira fuori anche dal dibattito sui funerali negati a Piergiorgio Welby dalla stessa chiesa. "Quanto al paragone con Welby non è congruo. In quel caso è intervenuto il Vicario del Papa, assumendosene la responsabilità e ordinando al parroco di non celebrare il funerale. Welby, se non vado errato, era non più considerato cattolico. A me nessuno ha detto nulla. Pregare per un morto, chiunque esso sia, non è proibito. Anche per Welby, del resto, i salesiani hanno pregato e molto e la chiesa è rimasta aperta tutto il giorno".