Giornalista e scrittrice è l'ideatrice del progetto "Le ragazze del porno", nato sulla scia di “Dirty Diaries”. Dodici cortometraggi hot al femminile a cura della regista svedese Mia Engberg

«Stavo lavorando al Manifesto redatto dalla regista svedese Mia Engberg, che indicava una via femminile alla pornografia», ricorda Tiziana Lo Porto. «Ho scoperto che all'estero la situazione era molto vivace, con tanti collettivi impegnati a promuovere un modo diverso di raccontare il porno. In Francia era già andata in onda la miniserie televisiva Xfemmes; negli Stati Uniti Annie Sprinkle da tempo promuoveva una pornografia più attenta alle donne; in Spagna Erica Lust aveva un progetto analogo. Ho cercato di capire quanta disponibilità ci fosse in Italia e ho contattato alcune registe. Era il 2012. Ho trovato subito grande entusiasmo. In dieci hanno aderito subito, ma questo è un progetto aperto: molte altre registe e autrici sono pronte a darci il loro sostegno e la loro disponibilità».

Resta il problema dei fondi. Avete lanciato un progetto di crowdfunding sulla Rete, video per far conoscere il vostro lavoro e promosso la vendita di opere d'arte. Ora avete a disposizione i soldi per realizzare tre dei dieci cortometraggi che comporranno il vostro film, “My Sex”. Perche è cosi difficile reperire finanziamenti?

«Già usare la parola porno limita la possibilità di trovare gente disposta a finanziare. Suscita diffidenza anche il fatto che le registe siano tutte donne. I corti sono poi considerati un genere difficile, almeno in Italia. E la crisi aggrava la situazione. Ma tutto ciò non ci ha fermato. Questo è un progetto legato al fare femminile: le donne sanno bene che i desideri vanno portati avanti anche nelle difficoltà. Autoprodurremo il nostro lavoro. E questo gli dà valore aggiunto».

Ma pensa davvero che sia così diffusa l'esigenza di una pornografia diversa?
«Io credo proprio di sì. E la risposta alla nostra iniziativa me lo conferma: è stato come unire i puntini di una richiesta che era nell'aria. I porno tradizionali non rispecchiano le donne vere: il mio mondo reale non è fatto né di escort né solo di casalinghe, ma di persone più complicate e più sfaccettate. Le Ragazze del porno vogliono che la pornografia sia più ricca, che allarghi le sue fantasie, e che tenga conto, finalmente, dei nostri immaginari».

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