Tra gli astenuti sulla risoluzione, anche Russia e Iran. Il testo avvia un processo per condividere patogeni, benefici sanitari, accesso equo e tempestivo a vaccini e terapie in caso di emergenze

L'Oms adotta il primo accordo pandemico al mondo: 124 Paesi concordi, l'Italia si astiene

Il nostro Paese la pensa come Russia, Bulgaria, Giamaica, Polonia, Israele, Iran, Romania, Guatemala, Slovacchia e Paraguay. Almeno per quanto riguarda il modo di affrontare future pandemie. L’Italia infatti, al pari di queste altre nazioni, si è astenuta durante la votazione odierna che ha portato la 78° Assemblea mondiale della Sanità dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ad esprimersi sul primo accordo pandemico della storia. 

Accordo storico: cosa prevede e come verrà implementato 

La risoluzione, adottata grazie a 124 voti favorevoli, 0 contrari e 11 astensioni, definisce le misure preparatorie per l'attuazione dell'accordo stesso. Tra queste, l'avvio di un processo per la stesura e la negoziazione di un sistema di accesso ai patogeni e di condivisione dei benefici (Pabs) attraverso un gruppo di lavoro intergovernativo (Igwg). Si tratta quindi di un passo intermedio, che potrà portare all’entrata in vigore dell’Accordo solo dopo che quanto emergerà da questo processo sarà votato e ratificato dall’Assemblea mondale della sanità del 2026 e dagli organi legislativi nazionali. Anche perché, la sovranità dei singoli Stati in merito a decisioni che riguardino l’adozione di questo Accordo rimarrà garantita. Come riporta l’Accordo stesso, “Nulla […] deve essere interpretato nel senso di conferire al Segretariato dell'Organizzazione mondiale della sanità, incluso il direttore generale dell'Oms, alcuna autorità per dirigere, ordinare, modificare o altrimenti prescrivere la legislazione nazionale e/o interna, a seconda dei casi, o le politiche di qualsiasi parte, o per rendere obbligatorio o altrimenti imporre qualsiasi requisito affinché le parti intraprendano azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre mandati di vaccinazione o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare lockdown". 

Accesso equo ai farmaci: ruolo chiave dell’industria e sfida alla disuguaglianza 

Ma cosa prevede l’accordo? In soldoni, si dovranno studiare misure per consentire l'istituzione del meccanismo finanziario di coordinamento per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie e della rete globale della catena di approvvigionamento e della logistica per "migliorare, facilitare e lavorare per rimuovere gli ostacoli e garantire un accesso equo, tempestivo, rapido, sicuro e conveniente ai prodotti sanitari correlati alla pandemia per i paesi che ne hanno bisogno durante le emergenze di sanità pubblica di interesse internazionale”. Il che significherà anche che le aziende farmaceutiche aderenti al sistema Pabs svolgeranno un ruolo chiave nell'accesso equo e tempestivo a farmaci e dispositivi medici utili a prevenire e fronteggiare una pandemia alla pandemia. Nello specifico, i produttori di medicinali e affini dovranno garantire un "un accesso rapido mirato al 20% della loro produzione in tempo reale di vaccini, terapie e dispositivi diagnostici sicuri, di qualità ed efficaci per il patogeno che causa l'emergenza pandemica". E la loro distribuzione sarà definita solo in base alla gravità dell’emergenza sanitaria nelle zone colpite. Come a dire che, si deciderà in base alle necessità di natura igienico-sanitaria e non in funzione della ricchezza dei diversi Paesi. Con buona pace di coloro che, sventolando il vessillo della sovranità farmaceutico-sanitaria, osteggiano l'accesso equo e tempestivo a vaccini, terapie e strumenti diagnostici. Del resto, non aver ancora compreso che le pandemie sono completamente democratiche, dimostrerebbe quanto meno un buon grado di stoltezza.

La giustificazione dell'Italia

Con l'astensione "l'Italia intende ribadire la propria posizione in merito alla necessità di riaffermare la sovranità degli Stati nell'affrontare le questioni di salute pubblica. Apprezziamo che questo principio sia stato incluso nel testo dell'Accordo sulla pandemia". Così l'Italia nelle motivazioni al voto. L'Italia, si legge, accoglie "con favore" che si sia specificato che l'Accordo non autorizzi l'Oms a imporre agli Stati di adottare misure specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre vaccinazioni o attuare lockdown. "Riteniamo inoltre che l'Accordo debba essere attuato nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e tutela dei diritti fondamentali, inclusa la protezione dei dati personali e delle libertà individuali. Tenendo presenti questi principi, l'Italia auspica di continuare a collaborare con gli altri Stati membri dell'Oms per definire le questioni in sospeso che, a nostro avviso, meritano ulteriori approfondimenti".

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