Con l’estate e il caldo torrido che torna a farsi sentire, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha pubblicato un nuovo decalogo per aiutare la popolazione ad affrontare le alte temperature attraverso una corretta alimentazione. Dieci consigli pratici, apparentemente semplici, ma troppo spesso trascurati.
Il decalogo dell’alimentazione anti-caldo
Bere almeno due litri d’acqua al giorno, anche senza sete, è il primo passo per affrontare il caldo. Segue il consumo abbondante di frutta e verdura di stagione, ricche di acqua e sali minerali. I pasti devono essere leggeri e bilanciati, evitando fritti e piatti elaborati. La colazione non va saltata: meglio yogurt e frutta fresca. Attenzione al sale (meglio iodato) e da limitare alcol e bevande zuccherate. Via libera a spuntini freschi e leggeri, come gelati semplici o frutta secca in piccole porzioni. Massima cura nella conservazione degli alimenti per evitare contaminazioni. I legumi sono ottimi anche in estate, da alternare con proteine leggere come pesce e carni bianche. Infine, no agli sprechi: ma attenzione a non conservare troppo a lungo gli avanzi, soprattutto con le alte temperature. Dal bere almeno due litri d’acqua al giorno, al preferire frutta e verdura di stagione, passando per pasti leggeri e ben bilanciati, l’Iss offre un vademecum utile per tutti. Ma sono soprattutto le persone più fragili a dover prestare attenzione: anziani, malati cronici e bambini sono le categorie più a rischio. A ribadirlo è anche il dottor Alessandro Rossi, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), che sottolinea come “i consigli contenuti nel decalogo dell’Iss sono assolutamente condivisibili, ma è fondamentale calarli nella realtà quotidiana dei pazienti fragili”.
Fragili sorvegliati speciali: “Serve monitoraggio costante”
Rossi richiama l'attenzione su una fascia specifica della popolazione: gli anziani soli o con reti familiari deboli. “Penso a chi vive da solo, ai malati allettati, o a chi è affetto da patologie croniche avanzate. Queste persone devono essere monitorate attentamente: è necessario controllare i parametri vitali e lo stato generale, soprattutto durante i picchi di caldo”. Ma non si tratta solo di consigli alimentari. “Spesso – spiega – in estate è necessario rivedere alcune terapie, soprattutto nei soggetti ipertesi: molti anziani devono ridurre i farmaci per la pressione, a partire dai diuretici. Non è scritto in nessuna linea guida, ma lo facciamo regolarmente perché il caldo determina un calo fisiologico della pressione”.
Alimentazione, aria fresca e buon senso
Per quanto riguarda il cibo, Rossi ribadisce i pilastri indicati dall’Iss: alimenti freschi, ricchi d’acqua e sali minerali, evitando fritture, grassi cotti e piatti elaborati. “Frutta, verdura, pasti leggeri sono indispensabili. E attenzione a un’abitudine pericolosa: molti anziani tendono, per risparmio o abitudine, a conservare avanzi anche per più giorni. Con queste temperature può diventare rischiosissimo”. Ma l’ambiente conta quanto la tavola: “L’investimento in condizionatori e ventilazione domestica è un investimento in salute – precisa Rossi –. Vale più un condizionatore in un piccolo appartamento che tanti integratori o altre soluzioni improvvisate. Mantenere una temperatura fresca è vitale per gli anziani”.
Quando preoccuparsi: i segnali da non ignorare
Il presidente della Simg avverte: “Un senso di debolezza marcata, stanchezza inspiegabile, ipotensione, svenimenti, cefalea intensa, aumento della frequenza cardiaca possono essere segni di disidratazione o scompenso. In questi casi è importante contattare il proprio medico, senza però ricorrere al pronto soccorso se non in caso di emergenza”. E rassicura: “I medici di famiglia rispondono ogni giorno a centinaia di telefonate, messaggi e mail. Anche se non in tempo reale, la risposta arriva”.
Integratori? Solo con il medico
Infine, un richiamo importante riguarda l’uso degli integratori, spesso utilizzati con leggerezza. Spiega Rossi: “Un adulto sano può assumerli, ma non è detto che siano davvero utili. Nei pazienti anziani o con problemi renali o cardiaci, invece, l’integrazione con sostanze come potassio o creatina può essere pericolosa. In questi casi è fondamentale parlarne prima con il medico”.