Il presidente di 3-i, neonata spa per l’innovazione digitale di Inps, Inail e Istat, lascia dopo lo scandalo della mail scritta imitando i discorsi del Duce. L’Espresso aveva raccontato gli altri suoi “ammiccamenti” al fascismo

Esperienza senza precedenti, quella di Roberto Lancellotti. A nessuno era capitata la nomina a presidente di una società di Stato che non esiste ancora, e di perdere l’incarico addirittura prima che quella società veda la luce. Lasciando il posto a un altro presidente, designato a sua volta prima della costituzione della società.

Il sostituto di Lancellotti è un altro imprenditore del settore informatico, Claudio Anastasio. La società in questione si chiama 3-i spa. È un’idea del governo di Mario Draghi targata Vittorio Colao, l’ex capo di Vodafone già ministro della Transizione digitale. Le tre “i” della denominazione rappresentano i tre soci Inps, Inail e Istat. Sono loro, dice un decreto del governo Draghi, che tramite quella società devono occuparsi di «sviluppo, manutenzione e gestione di soluzioni software e servizi informatici a favore degli enti previdenziali e delle pubbliche amministrazioni centrali». Ma a dispetto delle formule burocratiche, il progetto è assai più ambizioso: realizzare la software house unica di un Paese dove l’informatica pubblica è balcanizzata, con mille banche dati che parlano linguaggi differenti.

La scelta di chi la deve guidare cade subito su Lancellotti. Esperto di informatica, è stato anche consigliere di amministrazione del Montepaschi e appartiene alla stessa nidiata McKinsey di Colao. Il decreto di nomina è scritto, ma la società non decolla. Mettere tutti d’accordo non è semplice.

Poi c’è chi solleva un problema: oltre ad avere interessi in società informatiche private, Lancellotti è consigliere di amministrazione dell’Inps. Il che, secondo alcuni, potrebbe prefigurare una qualche incompatibilità. Il nuovo governo cancella ripetutamente gli appuntamenti dal notaio. E si capisce subito che il piano Draghi-Colao fa storcere il naso a qualcuno.

Le perplessità però svaniscono quando si mettono a fuoco l’enormità e le opportunità dell’operazione. E che un nuovo governo non voglia mettere le mani sopra una roba del genere è in Italia eventualità da non prendere in considerazione. Si va allora dal notaio, il 12 dicembre 2022. Ma non prima che la presidenza del Consiglio di Giorgia Meloni, cui spetta la nomina, abbia designato il 29 novembre il nuovo presidente della 3-i spa. Nella persona di Claudio Anastasio. E nel segno di Mussolini.

Non Benito, s’intende. Mussolini Rachele, la nipote. Figlia di Romano e sorella di Alessandra, appartiene alla numerosa schiera di parenti del capo del fascismo impegnati in politica. Rachele è consigliere comunale di Roma eletta con Fratelli d’Italia. E rivendica l’amicizia con Anastasio. «Lo conosco da più di trent’anni e ho vissuto tutto il suo travagliato percorso che lo ha portato ad un successo incredibile nel suo lavoro. Si è realizzato come imprenditore vivendo anche dei momenti molto difficili», ha dichiarato. Ammettendo con orgoglio anche la comune fede partitica: «Sono felice ad essere stata io a portarlo all’interno della famiglia di Fratelli d’Italia». Pane al pane.

Pioniere del web, cui ha dedicato tutta la carriera, Claudio Anastasio ha con la famiglia Mussolini, prima ancora che con quella di Fratelli d’Italia, un rapporto sentimentale di lunga data. Il 13 giugno 1997, secondo quanto riferisce l’Ansa, va online il sito Internet ufficiale Mussolini. «L’iniziativa», precisa l’agenzia di stampa, «è della Mussolini internet di cui è presidente esecutivo Claudio Anastasio».

Che, aggiunge l’Ansa, «ha già diramato stamane una lettera aperta per esprimere il suo profondo dolore per la scomparsa “dell’ultimo personaggio storico del ventennio fascista”». Il giorno prima è morto Vittorio Mussolini, il figlio maggiore di Benito. Regista, sceneggiatore e produttore, appassionato di cinema, durante il regime si fa chiamare con un anagramma del nome reale: Tito Silvio Mursino. Segue il padre a Salò; quando poi la Repubblica sociale crolla va in Sudamerica, per tornare in Italia solo nel 1967. Senza mai, in trent’anni, occuparsi di politica a differenza di altri suoi parenti come la nipote Rachele.

La quale per anni ha sponsorizzato al Comune di Roma la raccomandata elettronica ideata dal suo amico di lunga data Claudio Anastasio. A furia di insistere, alla fine fa passare una mozione nel consiglio comunale a sostegno di questo progetto, condotto da Anastasio attraverso InPoste.it. È una società privata, di cui il nuovo presidente di 3-i spa è consigliere delegato e azionista, che opera nel campo dei servizi postali digitali ed è reduce da un periodo di difficoltà aggravata dalla pandemia. Tanto che ha dovuto abbattere il capitale sociale per far fronte a perdite di oltre 5 milioni accumulate fino al 2020. Le prospettive della società ora indicano una robusta ripresa della redditività.

Quanto all’incarico di presidente di un’azienda pubblica resta da capire il profilo esatto delle possibili incompatibilità con l’attività privata. Per il resto, la prima nomina del governo Meloni spedisce un avviso chiaro ai vertici di tutte le grandi aziende di Stato da rinnovare fra breve. Niente di nuovo sotto il sole: qualcuno cominci già a fare le scatole.

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