Alla fine Luigi Di Maio ce l’ha fatta. ll Consiglio Ue, riunito a livello di ministri dello Sport, ha dato il via libera definitivo alla sua nomina come inviato speciale dell'Ue per il Golfo Persico. La proposta avanzata dall'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, è passata come punto senza discussione.
Un finale arrivato dopo un lunghissimo iter: Di Maio aveva superato la selezione tecnica lo scorso autunno ma, complice anche il Qatargate, nel corso dell'inverno i tempi si sono dilatati notevolmente. Ma se l'Italia non ha fatto opposizione a Bruxelles, nella maggioranza la prospettiva che Di Maio rappresenti l'Europa nei Paesi del Golfo non era andata giù alla Lega di Matteo Salvini. La sua nomina rappresenta «una grave mancanza di rispetto verso gli elettori italiani che ne hanno bocciato sonoramente l'operato, verso il governo italiano che non lo sostiene e verso i tanti bravi diplomatici italiani che avrebbero avuto le carte in regola per ambire al ruolo», hanno protestato fonti della Lega che aveva presentato un'interrogazione alla commissione Ue, sottolineando che l'incarico è retribuito «con minimo 13.000 euro al mese» e chiedendo come un «ruolo cruciale di mediazione e diplomazia in una zona instabile e dai fragili equilibri geopolitici possa essere svolto da chi durante il suo mandato come titolare della Farnesina ha creato in maniera ripetuta incidenti diplomatici con alcuni Paesi parte del Golfo Persico».
Tranchant Matteo Salvini. «Con tutti i diplomatici di carriera che hanno fatto tanto in Italia ed in Europa, mandare a mediare il signor Di Maio Luigi è curioso - osservava il ministro delle Infrastrutture -. Non è l'unica iniziativa curiosa da parte delle istituzioni europee che sono più ideologiche che pragmatiche. Conto che ci ripensino perché in Italia ed in Europa ci sono mediatori con curriculum assolutamente superiori rispetto al pur rispettabile ex ministro degli Esteri. Non è una questione personale».
«Di Maio è incompetente e inadeguato», aveva ribadito il senatore Di Forza Italia Maurizio Gasparri. «Se passiamo da Blair a Di Maio la vedo male», ironizzava il leader di Azione Carlo Calenda. Silenzio invece da Fdi.
I giochi sono fatti. Di Maio assumerà il nuovo incarico il primo giugno e fino al 28 febbraio 2025. Avrà un compito arduo: affrontare la partita energetica e quella finanziaria in una regione dove l'Ue vuole essere molto più presente ma dove, allo stesso tempo, pesa il nodo della tutela dei diritti umani.