Quando Michael De Luca, potente produttore di Universal Pictures e Focus Features, ha rivelato che sarà Sam Taylor Wood-Johnson a dirigere la versione cinematografica di "Cinquanta sfumature di grigio", lo ha fatto con molti elogi. L'artista visuale, fotografa e regista inglese, ha detto De Luca, «è perfetta per la cabina di pilotaggio del caso cinematografico del prossimo anno», tratto dal bestseller erotico di E. L. James. Aggiungendo poi: «È una delle poche artiste in circolazione pronte a correre rischi, ha una sensibilità per la sperimentazione ed è capace di forzare la mano».
Lei ha confermato alla stampa di essere «sorpresa, lusingata e pronta a rendere onore alla forza del romanzo».
Sam Taylor Johnson, in realtà, sa bene che questa trasposizione è forse il progetto più importante della sua carriera, iniziata vent'anni fa. Da un anno, stampa e blogsfera congetturavano sulla scelta del cineasta. Il nome della Wood ha sorpreso un po' tutti, dal pubblico ai piani alti dei decision maker dell'industria.
Lei rivela: «C'erano molti candidati uomini. Tuttavia, credo che la scelta di una donna sia giusta per un film tratto da una storia scritta da una donna e letta in tutto il mondo soprattutto da donne».
Dal 2011 la trilogia erotica della James, che include anche "Cinquanta sfumature di nero" e "Cinquanta sfumature di rosso", ha venduto oltre 70 milioni di copie e i diritti in 37 paesi. Il bello è che lei finora ha girato solo un film, quel "Nowhere Boy" (2009) ispirato al John Lennon adolescente e interpretato dalla star allora diciannovenne e attuale marito Aaron Johnson. Lei di anni ne aveva 42.