L'installazione, creata con del materiale riciclato, sarà visitabile gratuitamente per i prossimi tre anni ai Chiostri di San Barnaba. L'artista: "Dare nuova vita a ciò che è stato scartato è un atto di responsabilità e di bellezza"

"I temp(l)i cambiano": l'opera di Michelangelo Pistoletto torna a Milano

Un discorso sull'arte contemporanea, racchiuso in una cornice di affreschi che hanno il colore sbiadito della storia. Ritorna a Milano nei Chiostri di San Barnaba l'opera del celebre artista, Michelangelo Pistoletto, "I temp(l)i cambiano", ospitata per i prossimi tre anni nei Chiostri di San Barnaba e visitabile gratuitamente. L'installazione, presentata durante l'evento "L’arte per un futuro sostenibile” che si è tenuto ieri, 21 maggio, è stata realizzata per Erion Weee, il consorzio del sistema Erion dedicato alla gestione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti Raee).

 

L'opera del Maestro Pistoletto – tra i più importanti esponenti dell'arte contemporanea internazionale –, che ha dato forma a un Tempio contemporaneo, rappresenta una potente sintesi tra arte e impegno civico. Una scultura alta 345 cm. e larga 320 cm., con un peso di circa 280 chilogrammi, costituita da colonne doriche ottenute da cestelli di lavatrice, un fregio composto da serpentine di frigoriferi, una struttura inclinata che simboleggia il passaggio dall’era del progresso all’era del riciclo. “I temp(l)i cambiano” vuole essere un invito a una riflessione sulla necessità di cambiare paradigma, modificando le nostre azioni e trasformando in risorsa ciò che consideriamo rifiuto. A ricordarlo è stato lo stesso Pistoletto che nel suo intervento ha sottolineato che iI tempi cambiano, e con loro i miti. Oggi il nuovo mito è il riciclo. Siamo in un momento di passaggio tra il mito del progresso e il mito del riciclo. Tempio, casa, riciclo, tempo, equilibrio, cambiamento. Il riciclo non è solo un atto ecologico, è un gesto artistico e sociale. Dare nuova vita a ciò che è stato scartato significa rimettere in circolo l’energia creativa. È un atto di responsabilità e di bellezza: trasformare il vecchio in qualcosa di nuovo, mantenendo memoria e aprendo al futuro." Il racconto del Maestro è stato anticipato dal saluti di benvenuto di Alberto Jannuzzelli, Presidente Società Umanitaria, e introdotto dall’intervento del critico d’arte Alberto Fiz, noto per il suo lavoro nell’ambito dell’arte contemporanea, che ha ripercorso le tappe del lungo tour che dal 2009 ad oggi ha portato l’opera “I temp(l)i cambiano” ad essere esposta in prestigiosi luoghi d’arte nazionali e internazionali, fra i quali il Maxxi di Roma e il Blenheim Palace a Woodstock in Oxfordshire, Inghilterra.

 

"L'arte non è fissa per sempre", ha affermato Pistoletto. "L'arte genera sempre creazione nuova". Per questo il tempio è posizionato su una base inclinata e instabile: "L'equilibrio trovato non è per sempre, continua a oscillare tra il positivo e il negativo e in mezzo c'è il luogo in cui i due elementi si compensano. Da una parte c'è il consumo, dall'altra il riciclo, al centro c'è il progresso". 

 

“L’arte è certamente la modalità più efficace e profonda per promuovere un cambiamento culturale: per questo siamo grati al Maestro Michelangelo Pistoletto – ha sottolineato Giorgio Arienti, direttore generale di Erion Weee –. E vogliamo sensibilizzare tutti, ancora una volta, sull’importanza del corretto riciclo dei Raee e sull’urgenza di colmare il divario che ci separa dagli standard di raccolta fissato in sede europea. Ogni cittadino può fare la differenza: basta un piccolo gesto per trasformare un rifiuto in una risorsa e contribuire alla salvaguardia del Pianeta”. Nel 2024 il consorzio ha gestito su tutto il territorio nazionale circa 237.000 tonnellate di Raee. Un dato in crescita del 2% rispetto al 2023 (232.000 tonnellate), ma che rimane ancora lontano dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea: per raggiungere i target, l'Italia dovrebbe raccogliere circa 12 chilogrammi di rifiuti elettrici ed elettronici per abitante, mentre è attualmente ferma a 6 chilogrammi.

 

"Da oggi ufficialmente nel Giardino dei Platani convivono due opere che a pochi metri di distanza l'una dall'altra raccontano il passato e il futuro", ha commentato Jannuzzelli. "Due epoche, due opere, due messaggi che si guardano una accanto all'altra. Da una parte il ricordo di chi ha lasciato lasciato la propria terra in cerca di dignità e speranza: il bronzo di Domenico Ghidoni di fine 1800. La statua degli "Emigranti", con un'immagine intensa della madre del suo bambino addormentato. Poco distante, l'opera del maestro Pistoletto, "I temp(l)i cambiano". Un'opera che non si limita a denunciare, ma indica una via possibile: trasformare gli scarti in occasione, il rifiuto in risorsa, il presente in responsabilità", ha continuato. Aggiungendo: "Due presenze, due sguardi che si incrociano nello stesso spazio. Un dialogo tra memoria e futuro, tra le tracce di chi siamo stati e le scelte che ci attendono".

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