Un vocabolo che proviene dall'edilizia, proprio come Berlusconi. Ma veniva usato molto anche dai gruppi extraparlamentari, decenni fa. La destra italiana l'ha ripescato, rovesciandone il significato

'Agibilità', il mantra del giorno

Ci sono parole-soubrette: buone a tutto e a nulla, si impongono all'attenzione del pubblico per la loro onnipresenza e malgrado i loro difetti. Possono invecchiare sulla scena o scomparire presto nel centrifugo marasma mediale, per poi magari essere ripescate a sorpresa anni o decenni dopo. La parola-soubrette dell'estate 2013 è stata "agibilità". Ha due provenienze. La prima è burocratico-edilizia: l'agibilità è l'assieme dei requisiti di sicurezza e funzionalità che consente a un manufatto (edificio, strada, ponte) di essere usato.

La seconda provenienza è politica. Nel decennio '68-77, prendersi o negare "l'agibilità politica" per i gruppi extraparlamentari dell'epoca significava ottenere aule in cui riunirsi e spazi in cui manifestare, nelle università o nelle città, o impedire che ne avessero i gruppi rivali, a suon di picchetti, spinte, spranghe, trattative con rettori, presidi o questori.

Da quale delle due fonti la parola sarà arrivata alla propaganda berlusconiana? L'edilizia è nel Dna di Forza Italia, sin da quel mitico spostamento delle rotte aeree su Linate che ha consentito l'"agibilità" dei terreni su cui sorse Milano Due. Ma molte persone sagge (come Maurizio Ferraris o Valerio Magrelli) hanno osservato come
la pratica politica berlusconiana abbia mutuato format e modalità (e, in molti casi, militanti) dai più disinvolti gruppuscoli dell'ultrasinistra d'antan.

In un caso o nell'altro la parola-soubrette, in questo suo inatteso ritorno alla ribalta, ha ribaltato anche il suo senso. Si parla dell'agibilità politica di Berlusconi, infatti: non dell'agibilità della politica per Berlusconi. Non è più uno spazio (edilizio o astratto) a essere detto "agibile", bensì chi lo usa, ovvero il suo utilizzatore. Una distorsione che ne ricorda un'altra, più buffa: quella che su Canale 5 fanno Ezio Greggio e Enzo Iacchetti quando dicono «agevoliamo il servizio». E un cerchio si chiude: sotto l'accattivante cielo del nonsenso.

Anagrammi: La legge Severino = se v'è, le nego l'agir. Agibilità = alibi ai tg.

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