Salone del Mobile Milano 2024

Rivoluzionaria Kutyna: la sedia sospesa

di L'Espresso Media   23 aprile 2024

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Kutyna

Un vecchio bicchiere fuori moda si trasforma in qualcosa di unico: un oggetto elegante e inimitabile, pensato da Pier Paolo Rauco dello Studio Archi.mo.ra.

A Marcel, protagonista e voce narrante di Alla ricerca del tempo perduto, capolavoro di Proust, basta un boccone di madeleine, immerso in un cucchiaino di tè, per ritrovarsi avvolto in una matassa accogliente di ricordi. Un lampo, un guizzo, un cortocircuito della mente e Marcel finisce proiettato anni indietro, a sgranare un rosario di istantanee del passato. Potrebbe capitare a chi, passeggiando in via dei Fiori Chiari, nell’atelier di Robertaebasta, la più iconica dei mercanti del programma televisivo Cash or Trash, incrocerà con lo sguardo il profilo di Kutyna, innovativa sedia ideata dall’interior designer Pier Paolo Rauco, dello studio romano di interior design Archi.mo.ra

Un elemento di arredo unico, ispirato a un oggetto altrettanto inimitabile: il bicchiere telescopico, molto in voga in Italia tra gli anni ’60 e gli anni ’80. “L’idea, improvvisa, mi è venuta proprio a Milano”, racconta Rauco, “alla fine del Salone del Mobile 2023”. Un anno dopo, Kutyna è realtà e proprio nel capoluogo lombardo verrà esposto per la prima volta il suo prototipo: una sedia a scomparsa, che può essere totalmente chiusa, fino a diventare irriconoscibile, o innalzata alla statura di uno sgabello. 

Realizzata in metacrilato trasparente, con poggiapiedi e schienale in tubolare cromato e cuscino in poliuretano espanso elastico rivestito, Kutyna sarà disponibile in diverse colorazioni, che tingeranno la base e la seduta, pur mantenendo l’effetto trasparenza. E a richiesta, per adattarlo ai propri gusti ed esigenze, sarà possibile personalizzare anche il tessuto di rivestimento del cuscino, altrimenti fornito in colore coordinato. 

“Con Kutyna”, spiega Rauco, “ho voluto dare corpo alla mia idea di design, maturata in anni di lavoro accanto all’architetto Giulio-Viganò Corneli, che considero il mio mentore”. Una concezione che vede nel design “un’espressione artistica capace di innovare reinterpretando anche con coraggio il passato, ma senza mai perdere l’ancoraggio con la realtà, senza mai cadere nell’incomprensibilità”. Obiettivo perfettamente centrato plasmando un vecchio bicchiere fuori moda, che torna in vita trasformato in una sedia elegante e inimitabile. “È qualcosa di unico”, prosegue l’interior designer, “un oggetto di design rivoluzionario, in grado di rompere schemi e confini e di arrivare al cuore delle persone”. Ci crede al punto da aver impiegato, per un anno, le risorse dello studio in questa avventura, a cui ha dato anche un nome ispirato al proprio passato. “Da bambino”, spiega, “mi avevano dato il soprannome di Kuty, derivato da mela cotogna, per via delle mie guance paffute, che oggi non ci sono più”. E chissà che un morso di mela cotogna non abbia lo stesso effetto magico di un boccone di madeleine.