La nuova ondata di arresti che seguono all'inchiesta sul malaffare romano ha coinvolto politici locali di tutti gli schieramenti. Da FI al Pd, le loro carriere e i rapporti messi in luce dalla magistratura con la banda di Carminati

Ecco chi sono gli esponenti politici (di sinistra, destra e centro) maggiormente coinvolti nella seconda ondata di Mafia Capitale, che ha portato agli arresti (in carcere o domiciliari) complessivamente quarantaquattro  persone. Alcuni erano già indagati, altri no, altri ancora già in galera. Tra di loro spiccano quattro esponenti del consiglio comunale di Roma (due Pd, un Fi, un Centro democratico), l’ex assessore alla Casa Ozzimo, il consigliere di Fi alla regione Gramazio, e l’ex presidente del municipio di Ostia, Andrea Tassone del Pd.


Mirko Coratti, 42 anni, romano di Montesacro, nella politica capitolina dall’età di 24 anni nel suo Municipio, alle ultime elezioni era stato tra i più votati nel Pd. E' stato presidente dell’Assemblea capitolina fino a dicembre, quando si è dimesso per il coinvolgimento in Mafia capitale. Nella scorsa consiliatura, con Alemanno Sindaco, era stato vicepresidente dell’Assemblea e vicepresidente della Commissione patrimonio. In quella precedente, con Veltroni sindaco, eletto con l’Udeur era stato presidente dell’Assemblea. Secondo l’accusa sarebbe stato a libro paga di Mafia capitale e avrebbe ricevuto dieci mila euro da Buzzi solo per concedergli un incontro. “Me so’ comprato Coratti, gioca con noi” annunciò al telefono il presunto braccio destro di Carminati. Ma poi, in altre telefonate intercettate, Buzzi disse di averlo ribattezzato “Balotelli”, perché Coratti non faceva “gioco di squadra” e, è scritto nell’ordinanza, aveva “pretese continue, tra cui l’assunzione di persone”

Giordano Tredicine

Giordano Tredicine (ai domiciliari), 33 anni, vicepresidente dell’assemblea capitolina, vice coordinatore di Forza Italia nel Lazio dopo una lunga carriera nel partito di Berlusconi. Nativo del quartiere Appio Latino, rampollo della famiglia di venditori ambulanti che – a partire dal caldarrostaro Donato che sbarcò dall’Abruzzo negli anni Sessanta - detiene pressoché il monopolio sulle licenze di Roma (circa 40 su 70 quelle mobili, almeno 150 su 300 di quelle fisse). Dopo un’esperienza da consigliere e capogruppo di Fi nel IX municipio (San Giovanni), nel 2008 a soli 26 anni fu eletto con oltre cinquemila preferenze in comune: divenne presidente della commissione Politiche sociali (insieme con il Pd Ozzimo, anche lui oggi agli arresti) e vicecapogruppo Pdl in consiglio comunale. Nell’ordinanza, il giudizio che Buzzi riferisce a Carminati: “Come sto sul pezzo a Giordano non c’ho mai visto nessuno eh. Credimi, mai nessuno”. “Lui ricambia, è serio - risponde l' ex terrorista - poi è uno che è poco chiacchierato, nonostante faccia un milione di impicci”.


Pierpaolo Pedetti, 42 anni. Pd, presidente della commissione Patrimonio e politiche abitative. In politica col Pds dai tempi dell’università (Roma Tre), membro della segreteria regionale del Pd, area dalemiana. Secondo l’ordinanza, esisteva una intesa tra lui, Buzzi e Brigidina Paone, collaboratrice dell’assessorato alla Casa (ai domiciliari), per “garantire in sede di dismissione del patrimonio del comune di Roma, condizioni di favore per le cooperative di Buzzi. Il presidente della cooperativa 29 giugno, come emerge da una intercettazione, dettava lui stesso (a una propria collaboratrice) l’emendamento alla delibera comunale che gli avrebbe fatto ottenere “l’ottanta per cento di sconto” sui locali comunali. Nell’ordinanza, una telefonata di Buzzi a Carminati: “E Pedetti se ne va a fanculo.... ma questi i consiglieri comunali devono sta' ai nostri ordini .... faccio come ... (ride, ndr) ... ma perché io devo sta' agli ordini tuoi ....te pago... ma va a fanculo....”.
In una intervista del 10 marzo a Repubblica, Pedetti ha negato ciascuna delle accuse sopra indicate: “Certo che conoscevo Buzzi, come tutti. Con lui però ho sempre avuto rapporti sporadici”, “non l’ho mai favorito”, “mai ricevuto pressioni dall’esterno sulla delibera”.

Massimo Caprari, 45 anni, capogruppo e unico esponente di Centro democratico, formazione creata dall’ex democristiano Bruno Tabacci e a Roma alleata con Marino. Secondo l’ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini, il “prezzo” che mafia capitale gli avrebbe pagato allo “scopo di formare il consenso politico e istituzionale per il riconoscimento di debiti fuori bilancio” era “la promessa di una remunerazione costante” (quantificabile in circa mille euro al mese) e "l' assunzione" di una persona da lui segnalata. Fulminante l’intercettazione di Buzzi contenuta nell’ordinanza: “Te l’ho detto, Caprari è venuto da me: voleva tre posti di lavoro! Poi alla fine avemo concordato uno”.

Daniele Ozzimo

Daniele Ozzimo, 43 anni. Consigliere comunale del Pd, era assessore alle politiche abitative nella giunta Marino quando a dicembre fu indagato per Mafia Capitale e si dimise.
Romano di Centocelle, iscritto al Pds dal 1994, si è sempre occupato di volontariato, servizi sociali e disabilità. Segretario dei Ds del V municipio nel 2000, è entrato al Comune nel 2008, diventando vicepresidente della Commissione politiche sociali. In quella consiliatura, assessore per Alemanno alle politiche sociali era Angelo Scozzafava, anche lui oggi agli arresti.

Andrea Tassone, 44 anni. Pd, presidente del X municipio di Ostia fino a marzo, quando si è dimesso anche per i suoi presunti rapporti opachi con Buzzi (Marino al suo posto ha nominato l’assessore alla legalità Alfonso Sabella). Tra Ostia e litorale ha sempre svolto la sua attività politica, a partire dal 1994. Proveniente dal Ppi, nel 2001 era nella segreteria della Margherita, nel 2007 nella direzione romana del Pd.


Luca Gramazio
Luca Gramazio, 35 anni, figlio di Domenico detto “Er Pinguino” esponente storico della destra romana (Msi, An, Pdl). Consigliere di Forza Italia alla Regione Lazio, primo fra gli eletti del suo partito nel 2013, dopo essere stato consigliere comunale con Alemanno sindaco. Indagato già a dicembre scorso, con lo scoppiare della prima tranche di Mafia capitale, per associazione di tipo mafioso, corruzione aggravata e illecito finanziamento: all’epoca era capogruppo. Inizialmente resistette, poi si dimise: “Ma non faccio parte di un sistema, e lo dimostrerò”. Secondo gli inquirenti, era uno degli esponenti politici più vicini all’organizzazione criminale di Mafia Capitale. In particolare, furono provati due incontri con Carminati, ai quali partecipò anche Gramazio senior (non indagato) : uno il 23 luglio 2013, al ristorante “Dar Bruttone “ di via Taranto, l’altro al Bar Valentini di piazza Tuscolo, risalente al 19 novembre 2012. In quest’ultimo caso, erano presenti anche Buzzi e Fabrizio Testa, altro presunto membro del gruppo, e a quanto scrivono i Ros si parlò delle “problematiche connesse con l’approvazione del bilancio comunale”. Ma Gramazio fece spallucce: “Ho incontrato Carminati? Incontro un milione di persone”.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il pugno di Francesco - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso