Televisione
21 ottobre, 2025La manifestazione convocata dal Movimento 5 stelle - ma senza bandiere - in solidarietà con il giornalista dopo l'attentato subito
“La politica deve essere responsabile, le istituzioni devono fare in modo che i giornalisti possano svolgere il loro lavoro”. Dalla piazza convocata dal Movimento 5 stelle — ma senza bandiere — per la stampa libera e in solidarietà di Sigfrido Ranucci, il primo a parlare è il presidente pentastellato Giuseppe Conte. Che da piazza Santi Apostoli lancia un appello al governo: “Il partito della presidente del Consiglio dovrebbe ritirare la querela a Ranucci, e così i ministri. Da presidente del Consiglio, anche davanti agli articoli più pesanti, non ho mai querelato”.
In piazza si presenta anche una delegazione di Fratelli d’Italia composta dai capigruppo Lucio Malan e Galeazzo Bignami, dai deputati Giovanni Donzelli e Augusta Montaruli. "Siamo a una manifestazione per la libertà di stampa, per la tutela di giornalisti in particolare quando sono oggetto di gesti vergognosi e gravissimi come lo è stato Sigfrido Ranucci. Non c'era ragione perché non venissimo", dice Malan ai cronisti. A chi chiede invece a Bignami un commento sulle parole di Conte, che ha chiesto che Fdi ritiri le querele a Report, il capogruppo meloniano alla Camera risponde: “Sono due cose diverse un conto è l’esercizio di un diritto di difesa che, da avvocato, ritengo che sia uno dei cardini dello stati di diritto, altra cosa sono gli attentati. Sono due cose diverse”.
"A Report sono molto legata — dice in videocollegamento Milena Gabanelli, che quella trasmissione l’ha condotta per quasi vent’anni —. I primi dieci anni abbiamo lavorato senza tutela legale a riprova della determinazione e della passione che aveva la redazione. Io ho avuto una causa da 137 milioni finita con il querelante che ha dovuto risarcire. Ma resta il fatto che tu come giornalista ti aspetti la protezione del tuo editore. Il nodo torna al servizio pubblico che non campa di pubblicità — aggiunge — e quindi non corre il pericolo di contratti cancellati. Rischiare di essere gambizzati all'interno della tua azienda è particolarmente indigesta e ciò mi auguro che non avvenga”.
La presidente della Vigilanza Rai, Barbara Floridia, non risparmia attacchi alla maggioranza. Tra le accuse c'è quella di paralizzare la commissione, perché non possiede i voti necessari alla nomina della presidente Rai Simona Agnes: "Una commissione di Vigilanza bloccata da un anno è un attentato alla democrazia e non ci permette di proteggere persone come Sigfrido Ranucci e la squadra di Report, che fanno un lavoro prezioso per il nostro servizio pubblico. So che Ranucci sta lavorando, insieme alla sua squadra, con grande fatica - aggiunge -, sempre delegittimato, con anche delle puntate tagliate di Report".
L'intervento di Ranucci
La folla scalda le mani per gli applausi quando prende la parola il vero protagonista della manifestazione indetta a Roma, il 21 ottobre, a difesa della libertà di stampa. Sigfrido Ranucci sale sul palco con la redazione di Report alle sue spalle. Durante l'intervento, viene interrotto spesso dal sostegno della piazza. "Libertà di stampa significa poter informare concretamente la gente, e lottare per consegnare alle future generazioni un mondo migliore e questo lo dobbiamo fare quotidianamente nel nostro piccolo".
Ranucci esorta la gente ai piedi del palco a "diffidare dei politici che non rispondono alla stampa". Mette in guardia i cittadini da chi mostra un "senso di disprezzo nei confronti del pubblico, che scappano, non si assumono le proprie responsabilità. Invito ad avere il coraggio di prendere le vostre scelte".
Poi, in merito all'attentato, afferma: "Non so chi ha messo quell'ordigno. Se il tentativo era quello di zittire me o la mia squadra ha sbagliato obiettivo. Non so se fosse per inchieste future o passate, ma quella bomba davanti casa del coordinatore di Report riguardava un'inchiesta che potrebbe aver fatto ciascuno di loro", dice indicando indica i colleghi dietro di lui. "Vanno protetti anche loro".
"Qualcuno ha passato anni a delegittimare sempre di più magistratura e giornalisti", aggiunge, per poi citare leggi "come quella che prevede il carcere per i giornalisti che fanno il loro lavoro con documenti illecitamente raccolti", cosa che "tecnicamente anche noi abbiamo fatto".
"Il nostro Paese - conclude - è talmente abituato a convivere con la propria malattia che possiamo permetterci di avere politici che fanno spiare i giornalisti, che vengono rieletti, mandati in Europa, candidati come presidenti delle Regioni. Abbiamo il record mondiale di politici che denunciano i giornalisti".
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