Televisione
5 dicembre, 2025Rob vince l’edizione del talent Sky in piazza del Plebiscito. Ma fuori dallo studio lo show è troppo show. Cambia faccia. E perde identità
L’avevano chiamata l’underdog. E visto che la definizione di questi tempi va fortino, a vincere XFactor 2025 è la giovane Rob, cantautrice, un affetto per il punk rock, un inedito (“Cento ragazze”) orecchiabile il giusto e un’aria cautamente trasgressiva che non le ha impedito di salutare la mamma col premio in mano.
Secondo Erocaddeo, terzo posto per la gigantesca personalità di Delia e solo quarto l’inarrivabile PierC.
E si chiude così questa edizione, con quattro talenti che potrebbero serenamente oscurare un abituale cast di Sanremo. E ogni riferimento al prossimo Festival è proprio voluto.
Ma X Factor è uno programma musicale anomalo. Il suo meglio lo dà nelle puntate estive col minuzioso montaggio delle audizioni, poi comincia la gara in diretta e i protagonisti diventano le dinamiche tra i giudici, le terrificanti battute di Francesco Gabbani, i doppi sensi della divina Paola Iezzi, l’ego di Achille Lauro, l’ironica tenerezza ruvida di Jake La Furia. E quando dopo mesi si arriva alla finale, in cui i cantati si prendono finalmente lo spazio dovuto, ecco che tutto si sgonfia come un soufflé. Dimostrando, come spesso accade in televisione, che la sceneggiatura conta più della partitura.
Su Sky è andato in onda un giovedì di concerto a quattro voci, ospiti di lusso e ballerini conditi di luci, performance di livello, tutto spettacolare, tutto al posto giusto ma che con X Factor c’entra assai poco.
Piazza del Plebiscito è un set che non funziona, all’aperto si perde il calore e non solo perché fa un freddo cane. Le camere che svolazzano per riprendere le sedicimila persone plaudenti saltano i primi piani, le smorfie, i dettagli, il vento scompiglia le acconciature, è tutto lontano, grande, ricco, troppo show rispetto alla sua identità da piccolo schermo.
I giudici evaporano, stretti nei cappotti e costretti all’angolo in una ripetizione estenuante costellata da una catenella di “Sei bravissima l’ho sempre detto, sarò ripetitivo. Avete un’identità fortissima, ve l’ho detto dalla primissima puntata. Quando ti ascolto sento un terremoto dell’anima e quante volte te l’ho detto. Sei una artista, sei un grande artista, hai una grande personalità artistica te lo dico da sempre. Sarò breve è stato un onore lavorare con te ma come ti ho già detto mille volte”. E così via, in una sorta di riassunto, sontuoso ma tiepido, come una puntata aggiuntiva per ricordare il già visto, neanche fosse un qualunque “Matrimonio a prima vista e poi”.
Persino Giorgia, deliziosa, divertente, ironica e affettuosa Giorgia, sul palco si sente troppo a casa e quindi perde quell’aria spaesata irresistibile da “che cosa ci faccio qui” che l’ha resa in studio una carta vincente dal primo minuto.
Insomma tutto bello bellissimo, il prima. Il dopo anche, ma con quel filo di noia che fa tamburellare le dita impazienti come l’acqua che bolle e smuove il coperchio. Tanto giovedì prossimo comincia Masterchef.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Casa, diritto negato - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 5 dicembre, è disponibile in edicola e in app



