È appena arrivato croccante su Sky il primo programma di fantascienza formato reality, in cui una dozzina di marziani dovrebbero rinunciare alle tentazioni in nome del famigerato bene comune. Cioè quel concetto assolutamente sconosciuto alla penisola italica, che prevede l’attenzione più che al singolo alla comunità tutta, un assurdo etico dal sapore lunare che viene sbeffeggiato pubblicamente da governanti e governati, figuriamoci dalla televisione.
Poi certo, a ben guardare “Money Road – ogni tentazione ha un prezzo” è il solito giochino per quanto gradevole, in cui si scontrano degli umani sostanzialmente basici che per due briciole di biscotto sacrificherebbero anche un rene altrui, ma sono i presupposti da cui parte il programma a essere interessanti, specchio riflesso di un intero Paese.
In sostanza dodici persone di diversa estrazione si ritrovano nella faticosa giungla della Malesia in cui, escluso Sandokan, c’è qualunque altro disagio possa offrire madre natura. Per due settimane devono combattere con l’umidità al 98 per cento, attraversando vegetazioni ricolme di scimmie urlatrici, formiche rosse, liane azzardate e sanguisughe affamate. Ma ogni tanto spunta la voce di Fabio Caressa, proprio lui, la cintura nera di commento, sopravvissuto alla zuppa di tartaruga di “Pechino Express”, che li pone davanti al bivio: scegliere un momento di agio, che sia un comodo letto (2000 euro a notte), un caffè bollente (5000 euro) o uno sguardo al cellulare (100 euro al minuto) sacrificando il montepremi di tutti o rinunciare per arrivare alla fine e dividersi i 300mila euro messi in palio come buoni fratelli e sorelle.
L’esperimento sociale sarebbe quello di dimostrare che qualcuno riesce a pensare anche agli altri anziché solo a se stesso ma viene disatteso dopo pochi minuti e mentre il pensiero corre all’evasione fiscale, alle scelte di comodo, agli interessi privati nella vita pubblica e via dicendo, ci si sente subito a casa.
Così si seguono gli avvincenti, si fa per dire, scrupoli morali estemporanei di personaggi che rischiamo di ritrovarci presto protagonisti dei prossimi reality, che bisticciano e piagnucolano come mocciosi viziati, provando a convincere gli altri che una vita senza un massaggio ai piedi tra le liane sia completamente priva di senso. E peccato che di fronte a cotanta umanità composita, che va dalla fruttivendola tiktoker all’imprenditore giovanile, Caressa non abbia una briciola di cinismo e conservi il suo abituale sguardo, satanico come un peluche. Insomma, verrebbe in mente Oscar Wilde, ma la citazione delle tentazioni è una cosa seria e almeno quella bisogna meritarsela.