Televisione
21 agosto, 2025“Non c’erano i numeri, sarebbe stato un disastro”, confida a mezza voce chi conosce gli umori della redazione sportiva
Ufficialmente lo hanno scritto nero su bianco: “Alla luce delle iniziative aziendali in corso che richiedono ulteriori valutazioni”. Con questa formula burocratica, il Comitato di Redazione di Rai Sport e il Fiduciario di Milano hanno comunicato, via PEC, la revoca dello sciopero previsto per domenica 24 agosto, prima giornata del campionato di Serie A. Una nota che sembra uscita da un manuale di diplomazia sindacale.
Dietro le quinte, però, la storia è ben diversa. “Non c’erano i numeri, sarebbe stato un disastro”, confida a mezza voce chi conosce gli umori della redazione sportiva. Le adesioni erano talmente basse che La Domenica Sportiva avrebbe comunque avuto i suoi volti di punta in onda.
Il rischio concreto era che in palinsesto andassero regolarmente i programmi di punta, con le sintesi delle partite trasmesse magari senza commento ma comunque con gol e immagini. Uno scenario che avrebbe ridicolizzato l’iniziativa sindacale. “Meglio fermarsi prima che contare i dispersi”, è la sintesi che circola tra i più realisti in redazione.
Non è la prima volta che accade. Il 6 maggio scorso lo sciopero proclamato dall’Usigrai aveva messo in agitazione l’intera azienda, ma alla prova dei fatti TG1, TG2 e diversi telegiornali regionali erano andati in onda quasi normalmente. Ora la scena rischiava di ripetersi, questa volta a Rai Sport.
A Saxa Rubra c’è chi parla di “rinvio” e non di cancellazione, ma l’impressione diffusa è che la revoca sia stata un clamoroso dietrofront per evitare una figuraccia in diretta nazionale.
Il sindacato, insomma, ha fatto dietrofront: parole paludate per mascherare un problema molto concreto, ovvero che la base non ha seguito. E quando il treno della protesta rimane in stazione, non basta un comunicato per nascondere il rumore del vuoto.
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