Televisione
27 settembre, 2025RaiRadio sbarca nuovamente nelle rilevazioni semestrali radiofoniche, ma i risultati non sono positivi
I numeri del periodo Gennaio - Giugno 2025 confermano una verità che a Viale Mazzini non farà piacere: le emittenti radiofoniche Rai non riescono a competere con i grandi network privati. Al vertice della classifica di gradimento, spicca RTL 102.5, che domina incontrastata. Con quasi 17 milioni di ascoltatori nei 7 giorni e oltre 6,6 milioni nel giorno medio, l’emittente di Cologno Monzese si conferma la radio più ascoltata d’Italia, capace di unire musica pop, informazione e una presenza costante su eventi live e social. È il modello di radio “totale”, che presidia ogni fascia oraria con un marchio forte e riconoscibile.
Ma per tornare in tema RaiRadio, la più seguita del gruppo resta Radio1, con 3,2 milioni di ascoltatori nel giorno medio e 7,4 milioni nei 7 giorni. Numeri che la collocano comunque a distanza siderale dai leader assoluti del mercato. Radio2, con i suoi 2,6 milioni nel giorno medio, non trova un’identità precisa: intrattenimento sì, ma senza la forza di colossi come Deejay o 105, capaci di parlare ai giovani e fidelizzare. Radio3 si conferma realtà culturale di nicchia, con 1,2 milioni di ascoltatori giornalieri, numeri coerenti con la sua missione ma marginali in termini di mercato.
Il vero problema per il gruppo radiofonico Rai, che ha da poco subito un nuovo cambio dei vertici dirigenziali, è la fedeltà. La quota di pubblico che torna ogni giorno si ferma attorno al 40%, meno dei competitor. Le emittenti Rai vengono percepite più come “radio di passaggio”. A pesare è anche la mancanza di un posizionamento musicale chiaro. Le radio private hanno identità fortissime. RTL lavora molto sulle hit globali, RDS sui “grandi successi”, Radio Italia sul tricolore musicale. Le emittenti Rai, invece, oscillano: un po’ di news, un po’ di intrattenimento, un po’ di musica, ma senza un marchio immediatamente riconoscibile.
Il rischio è evidente: senza un cambio di passo editoriale e digitale, le radio Rai continueranno ad essere comprimarie in un mercato dominato dai privati. Infine, la scarsa sinergia con la tv penalizza Viale Mazzini. RTL e RDS, per fare degli esempi, hanno trasformato i propri brand in contenuti multipiattaforma, mentre la Rai non riesce a valorizzare le sue radio all’interno del suo stesso ecosistema televisivo e digitale. Le radio Rai hanno un marchio storico e riconoscibile, ma risultano meno attrattive per i target giovani-adulti rispetto a Rtl, Radio Deejay, 105, Kiss Kiss o RDS.
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