Visioni
13 novembre, 2025Parigi torna a fare i conti con la notte che ha cambiato il volto dell’Europa. Una ferita ancora aperta curata dalla forza di chi non si è arreso.
La notte del 13 novembre 2015 l’Europa venne colpita al cuore. Mentre Parigi ribolliva di voci e lingue diverse, travolta dall’energia del Paris Photo, al teatro Bataclan la musica si spezzò alle 21:40. Un gruppo di terroristi fece irruzione trasformando un luogo di festa pieno di giovani ignari, in un campo di esecuzione. Novanta persone furono uccise, centinaia ferite, migliaia segnate da un trauma che ancora oggi continua a riaffiorare. Il Bataclan divenne il simbolo più riconoscibile di una serie di attacchi coordinati che colpirono ristoranti, bar, strade della capitale e lo Stade de France con 130 morti. E in poche ore la Storia cambiò la sua idea di libertà.
Oggi a distanza di dieci anni quella ferita continua ancora a sanguinare ma la città e i sopravvissuti hanno cercato di ricostruire una normalità dove la paura non è l’unico pensiero possibile. Ogni anno, davanti alla facciata del teatro, si radunano familiari, residenti, o semplici passanti. Tutto è avvolto da un denso silenzio che contiene il peso di chi non c’è più e il coraggio di chi resta.


Nel frattempo la Francia, come tutta l’Europa, ha vissuto un decennio inquieto: tensioni sociali in crescita, derive politiche seguite da propagande pericolose, ma esiste una società che continua ad andare avanti che crede ancora nella condivisione, nella cultura e nella resilienza. Il Bataclan ha riaperto, è ritornato ai suoi vecchi splendori ma non per dimenticare, anzi, per ribadire che la musica non si ferma davanti alla violenza. Oggi il clima globale continua a peggiorare, ancora più segnato da conflitti e paure che si intrecciano e riscoprono quelle del passato, ma Parigi stasera brillerà di nuovo, nonostante tutto. Perché la risposta più radicale al terrore e alla paura è esserci.

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