Si conoscevano appena, Matteo Renzi e Federica Guidi. Parola del neoministro dello Sviluppo economico che, poche ore dopo la nomina, ha voluto delimitare il campo dei suoi rapporti con il premier ad alcuni sporadici incontri di carattere istituzionale. Da una parte la presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, dall’altra il sindaco di una città importante come Firenze. Tutto qui. Nessuna corsia preferenziale. Né, tantomeno, conflitto d’interessi. Questa la versione del ministro.
Eppure, a ben guardare, le cronache recenti raccontano anche altro. Raccontano che la famiglia Guidi - il patron Guidalberto con la figlia Federica - ha viaggiato per anni d’amore e d’accordo con un imprenditore da tempo vicino al capo del governo. Questione di affari, di scambi azionari, di alleanze industriali e anche di nomine pubbliche.
Vediamo. L’amico di Renzi si chiama Vincenzo Manes, classe 1960, presidente e socio di controllo del gruppo Intek, quotato in Borsa. Manes è molto legato a Renzi, ma fino a due anni fa era anche socio dei Guidi nell’azienda che controllano e gestiscono, la Ducati Energia di Bologna. Un rapporto consolidato nel tempo, quello tra il numero uno di Intek e la famiglia del ministro. Il primo affare risale addirittura al 1994, quando una società di Manes comprò una quota importante della Ducati Energia. I due alleati hanno gestito insieme per anni l’azienda bolognese. Strada facendo Guidi si è rafforzato nel capitale della Ducati, liquidando alcuni soci minori.
Il numero uno di Intek, invece, ha fatto il salto di qualità. Il colpo grosso è stata la complicata operazione finanziaria che in varie tappe nell’arco di diversi anni ha finito per consegnargli il controllo del gruppo Smi, la storica azienda metallurgica della famiglia Orlando con sede a Firenze. E Manes, che aveva esordito come finanziere sulla piazza milanese, una decina di anni fa è quindi sbarcato in riva all’Arno stringendo fin da subito ottimi rapporti con il rampante Renzi.
La simpatia reciproca si è tradotta ben presto in atti concreti. Il capo di Intek è uno dei maggiori finanziatori (62 mila euro) della Fondazione Open, che fa riferimento al premier. D’altra parte, nel 2010, Manes è approdato alla presidenza dell’Aeroporto di Firenze, dove è rimasto per i successivi tre anni, eletto in consiglio su indicazione della giunta Renzi.
L’alleanza societaria tra Manes e i Guidi si è invece sciolta nell’ottobre del 2011 quando la famiglia del futuro ministro ha riacquistato il 37,5 per cento di Ducati Energia messo in vendita da Intek. Addio per sempre? No, perché l’immobile di Bologna che ospita la fabbrica e gli uffici dell’azienda resta di proprietà del gruppo di Manes, che lo affitta alla Ducati. Del resto i rapporti tra i Guidi e il loro ex socio sono ancora ottimi. Il gruppo emiliano, che vanta un fatturato di circa 110 milioni, fa spesso da sponsor a molte delle iniziative benefiche lanciate dall’imprenditore amico di Renzi.
Il 37,5 per cento della Ducati energia è passato di mano un anno e mezzo fa per 3,8 milioni. Un milione è stato versato cash, il resto in tre tranche. L’ultima rata scade tra sette mesi, a ottobre. Per il momento, quindi, il gruppo Intek è ancora creditore della famiglia del ministro. Di più: a garanzia del pagamento, l’imprenditore amico del premier vanta un pegno sulle azioni che ha venduto. Un pegno che ovviamente si estinguerà tra sei mesi, quando, in base al contratto, verrà saldato il pagamento.
Nel frattempo però, una volta congedato Manes, l’attivissimo Guidalberto Guidi, 72 anni, già vicepresidente di Confindustria, è riuscito a trovare un nuovo partner. Un partner di Stato, questa volta, perché nel capitale della Ducati Energia è entrata la Simest, la finanziaria pubblica (controllata dalla Cassa depositi e prestiti) che per statuto investe nelle aziende con forte presenza all’estero. E questo è sicuramente il caso del gruppo Guidi che ha spostato buona parte della produzione in Croazia, Romania e India.
L’operazione è stata siglata nel dicembre del 2012, quindi a poco più di un anno di distanza dall’uscita di Intek. Il nuovo azionista ha rilevato una quota di Ducati Energia grazie a un aumento di capitale riservato. A giochi fatti la partecipazione di Simest risulta pari al 15 per cento, ma è una vendita con l’elastico. Infatti, recita il contratto, la società di Stato potrà rivendere le proprie azioni Ducati alla holding di Guidi. Di fatto è come se Simest avesse accordato un finanziamento all’azienda con base a Bologna. Il prestito dovrà essere rimborsato entro la fine del 2017 e in cambio l’azionista pubblico restituirà le azioni ai venditori.
Resta aperto un interrogativo. A quanto ammonta il credito di Stato alla famiglia del ministro? Dalle carte emerge una cifra: 8 milioni di euro. È questa la somma pagata da Simest nel 2012 per rilevare, con un contratto a termine, il 15 per cento della Ducati Energia.
Documenti alla mano si scopre che solo un anno prima Manes aveva incassato 3,8 milioni in cambio della sua quota del 37,5 per cento. Delle due l’una: l’amico del premier ha svenduto le sue azioni. Oppure la finanziaria di Stato ha fatto un regalo alla famiglia di Federica Guidi, il futuro ministro.