La crisi economica ha provocato un'angoscia che si traduce in xenofobia e diffidenza. Anche nella nazione che ha ereditato i valori democratici del 1789

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Può darsi che la democrazia, il sistema politico meno peggiore al mondo, sia arrivata al proprio limite. Ha resistito finché ha potuto. Ha assicurato protezione, diritti e dignità ai cittadini indifesi. E ciò non è mai stato facile, né esente da lotte. Le ferie retribuite, il diritto a una pensione decorosa, l'assistenza sociale, la separazione tra Stato e Chiesa, l'affermazione del singolo individuo inteso come entità unica e singolare: tutto ciò in Francia ha potuto essere, per esempio, soltanto grazie a battaglie lunghe e faticose, combattute dagli operai sotto la guida dei sindacati e dei partiti politici che, all'epoca, si impegnavano ancora nel nome dei valori ricevuti in eredità dalla Rivoluzione del 1789. A quel tempo i media non avevano ancora il potere esorbitante che hanno oggi e soprattutto la società dello spettacolo presagita da Guy Debord verso la fine degli anni '50 non aveva ancora invaso e avuto il sopravvento sullo spazio culturale, politico e sociale. La mafia non aveva ancora allungato i tentacoli e soprattutto non aveva contaminato alcuni ambienti politici.

Oggi la democrazia è diventata banale, forse mostra segni di cedimento e stanchezza, è logorata dalle molte prove negative alle quali è stata sottoposta. Dunque è vulnerabile, può di fatto essere corrotta, tradita, perfino trascurata. Da molto tempo le organizzazioni criminali hanno fatto della corruzione, dell'interesse e del disprezzo dei valori umani i cardini della loro nuova religione. Si sono infiltrate negli ingranaggi dello Stato, hanno infettato persone note per la loro incorruttibilità. E tutto ciò accade da noi, nei paesi a noi vicini, un po' ovunque nel mondo. Si è severi nei confronti di alcuni paesi poveri governati da leader autoritari e senza legittimità, per esempio in Africa o in alcuni Stati arabi, e al contrario si appoggiano regimi militari e oppressivi (la scandalosa accoglienza riservata da Berlusconi a Gheddafi ne è un esempio vergognoso).
A prescindere dalle rivelazioni che riserverà ancora il caso della signora più ricca di Francia, Madame Bettencourt, e dei suoi amici, seduttori o dipendenti, è un sistema intero quello che crolla ed esplode davanti agli occhi di tutta una nazione. Il ministro del Lavoro Eric Woerth, incaricato di individuare i cattivi compatrioti che avevano nascosto le proprie ricchezze in Svizzera, oggi si ritrova in una situazione a dir poco paradossale. Ogni nuovo giorno porta con sé il suo bagaglio di rivelazioni. La Repubblica è intaccata nella propria etica e nella propria reputazione da uno scandalo politico-finanziario dalle molteplici e complesse ramificazioni. Le prove non sono così chiare. I mezzi con i quali si denuncia tutto questo non sono del tutto attendibili.

Questo scandalo è arrivato nella scia di altri, sul più importante dei quali non si è fatta piena luce: mi riferisco all'attentato di Karachi del 2003, nel corso del quale persero la vita 11 ingegneri francesi. Oggi veniamo a sapere che le commissioni e le commissioni-ombra (illegali) non sono state soggette alle leggi francesi nel periodo in cui era primo ministro Balladur e Sarkozy era ministro del Bilancio. E, in ogni caso, altri uomini politici francesi di destra e di sinistra avevano commesso in precedenza lo stesso tipo di errore con l'Iran e con la Siria. Quei Paesi avevano reagito inviando alcuni loro reparti speciali che perpetrarono attentati per le strade di Parigi. Ma tutto ciò l'abbiamo saputo molto dopo.
Lo scandalo di Eric Woerth non dovrebbe far passare in secondo piano l'episodio di Karachi, di gran lunga più grave e soprattutto inspiegabile. Si è voluto invece metterlo in ombra con il fumo dei numerosi sigari consumati dal segretario di Stato Christian Blanc (per 12 mila euro), e anche con il viaggio di un altro segretario di Stato in jet privato pagato ben 126 mila euro. I due ministri sono stati mandati a casa. Ma se Blanc ha rimborsato una parte dei sigari fumati, perché Jouandet non rimborsa il viaggio? Tutto ciò incupisce l'atmosfera politica di una Francia affaticata per le considerevoli difficoltà economiche. È impellente e necessaria la riforma delle pensioni. Ma l'operato del governo di Sarkozy mostra invece che si privilegiano le grandi fortune a discapito dei meno agiati. Martedì 7 settembre tutta la Francia è rimasta paralizzata da uno sciopero generale. Sarkozy resta irremovibile.

La popolazione non ha più fiducia nei politici. Li mette tutti nello stesso mazzo. E questo è il segno di un inizio di degenerazione della democrazia. Chi ne approfitta e ne trae vantaggio sono i partiti estremisti, populisti, irresponsabili. La destra e i gruppi più radicali continuano la loro avanzata in tutta Europa.
L'Europa è in procinto di orientarsi sempre più a destra. La paura guadagna terreno e gli uomini politici ne approfittano per aggrapparsi al potere. Dopo l'Italia, è la Francia a dare la caccia ai rom. Non che si debba chiudere gli occhi sui reati commessi da alcuni di loro, ma il fatto di punire un'intera comunità è molto grave. In alcuni paesi europei oggi non si vive granché bene. La crisi economica ha provocato angoscia che si traduce in una xenofobia mescolata a diffidenza. All'ospitalità e alla solidarietà si sono sostituiti atteggiamenti di chiusura e ripiegamento.
Europei, facciamo ancora uno sforzo per salvare il sistema politico meno peggiore al mondo: la democrazia.
traduzione di Anna Bissanti