"È un fenomeno che non mi stupisce in una società che spinge a sgomitare. Ma cosa si prefiggono i genitori? L'eccellenza?". Felice Carugati, docente di Psicologia dello Sviluppo all'Università di Bologna, è scettico sui leadership camp.

Che cosa non la convince?
"A 8-10 anni è negativo e inopportuno. L'equivalente della competizione attivata dai genitori nelle attività extrascolastiche. Difficile poi valutare gli effetti a medio-lungo termine: dipende da come viene elaborata l'esperienza".

Ma ai ragazzini oggi manca la dimensione "di strada".

"Ottima qualche avventura nella natura, ma arrivare a Rambo è un eccesso. La competizione fa bene purché si ponga come obiettivo il bene comune".

Gli adolescenti sono più strutturati?
"Sì. Però, qual è il messaggio? Nessuno è leader "a prescindere"".

Lei quali rischi vede?
"Vorrei capire se ci sono situazioni di vita in comune e forme di riconciliazione tra i ragazzi. Più l'impegno dei partecipanti è forte, più il confronto - e la frustrazione in caso di insuccesso - si scatenano. Tocca agli adulti ricomporre".