Berlusconi e Monti si sono fatti vedere in Parlamento solo per il voto di fiducia al governo Letta e non tanto meglio ha fatto Bossi. Ma sono in tutto sedici i deputati e senatori che hanno saltato oltre il 90 per cento delle consultazioni. E tra di loro gli habitué del Pdl Ghedini, Verdini e Angelucci



La scusa oramai la conosciamo a memoria, e non c'è occasione in cui i diretti interessati non la ripetano: "L'attività politica non si svolge solo in Parlamento". Un credo a cui molti leader di partito si mostrano davvero fedeli, visti i loro tassi di assenza dall'Aula in occasione delle votazioni.

Gli ultimi dati del monitoraggio di OpenPolis sull'attività parlamentare fotografano una situazione purtroppo nota da tempo e già denunciata in diverse occasioni dall'Espresso: i leader di partito, dopo essersi fatti eleggere alla Camera e al Senato, al loro banco proprio non ci vogliono stare.

In questi primi mesi di legislatura il leader del Pdl Silvio Berlusconi e quello di Scelta Civica Mario Monti, entrambi senatori, hanno votato solo in occasione della fiducia al governo Letta: le altre 16 consultazioni le hanno ignorate. Non può concorrere al premio di stacanovista delle istituzioni neppure Umberto Bossi, fondatore della Lega, che nei primi tre mesi alla Camera ha totalizzato oltre il 90 per cento di assenze. Insieme a questi tre big c'è poi una pattuglia di altri tredici onorevoli che hanno accumulato più di nove assenze su dieci e provenienti tutti dal centro e dal centro destra, con l'eccezione del piddino Marco Fedi e nessun nome da Movimento 5 Stelle, Sel e Fratelli d'Italia.

I nomi degli onorevoli e i relativi tassi di assenteismo si possono scoprire nella gallery all'inizio della pagina, ma vale la pena segnalare come tra loro ci siano ormai dei veri e propri habituè. E' il caso dell'avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini, del coordinatore del Pdl Denis Verdini e del loro collega di partito Antonio Angelucci: tutti da anni al vertice delle classifiche di assenteismo e improduttività delle Camere. E' proprio Angelucci a conquistare per ora il premio di ectoplasma istituzionale, totalizzando 71 assenze su 72 votazioni alla Camera per una percentuale record di assenze del 98 per cento: numeri che farebbero invidia all'ormai ex deputato fantasma Antonio Gaglione che nel corso della 16esima legislatura si fermò, bontà sua, al 91 per cento di assenze.

I numeri diffusi da OpenPolis, è importante segnalarlo, si riferiscono alle votazioni elettroniche valide svolte in aula dall'inizio della legislatura. E' considerato assente chi non partecipa al voto e non risulta avere impedimenti per cause istituzionali, cioè non è in missione, ma non è possibile distinguere un'assenza per "pigrizia" da una per cause gravi come una malattia. E' questo il caso, ad esempio, di Stefano Quintarelli di Scelta Civica, vittima di un grave incidente automobilistico. Dalla cronaca della stampa, e dalle comparsate in tv e nelle piazze, non risulta però che i nomi illustri del centrodestra godano di cattiva salute.