«La responsabilità viene prima di tutto. Questo governo sta risollevando il Paese. Berlusconi vuole farlo cadere? Ogni parlamentare deve fare uso dell'articolo 67: non c'è vincolo di mandato». Parla l'ex Idv, oggi Pdl
Il transfugo per definizione, il più celebre dei peones, anzi il «Re dei Peones», per autodefinizione, è Domenico Scilipoti, ex Idv e oggi senatore del Pdl (nella precedente legislatura eletto con l'Idv da cui usciì per salvare il governo Berlusconi entrando nel gruppo dei Responsabili.
Bene, tenetevi forte: ora potrebbe essere lui uno dei possibili transfughi per salvare l'esecutivo di Enrico Letta se rimanesse senza i voti del Pdl. Perché, dice, «il governo deve andare avanti, per il prestigio del Paese». E ricorda a tutti l'articolo 67 della Costituzione: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".
Senatore la crisi di governo sembra inevitabile.
«Io presuppongo di no. Non posso negare che il momento è difficilissimo, ma suppongo che la responsabilità sia messa da tutti al primo posto».
Lei è lo specialista, il leader dei "responsabili". «Sì, ma la responsabilità è di tutti e io penso che, alla fine, si riuscirà a trovare un punto di equilibrio, senza privilegiare interessi di bottega».
Il punto di equilibrio sarebbe salvare Berlusconi? «Guardi, non sta a me dirlo. Il punto di equilibrio dipende dai partiti, dai segretari che io so essere saggi e in cui io confido. Loro hanno responsabilità più grandi della mia: io sono un semplice senatore e farò il mio».
Quindi, se il Pdl va dritto, lei toglie la fiducia a Letta o no? «Io non parlerei di togliere la fiducia. La sua è una domanda ancora lontana: io, le ho detto, spero nella responsabilità».
Allora potrebbe essere uno dei senatori disponibili a far nascere un Letta bis? «Perché mi debbo porre questa domanda? Lavoriamo per far più forte l'Italia. Poi si vedrà. Confido nella saggezza dei segretari e dei leader».
Ha notizia, invece, di suoi colleghi che ci stanno già pensando? «Ma guardi, io non ci sto ancora pensando e non so se qualcuno dei colleghi ci sta pensando già. Poi certo, se esiste come esiste un governo Letta con alleati tra loro diversi è giusto che ognuno faccia sentire le proprie ragioni. Ma tra la naturale dialettica e far cadere un governo c'è di mezzo il mare, come si dice dalle mie parti».
Il governo insomma non deve cadere? «Oggi, tutto sommato, il governo c'è. Io non lo condivido in pieno ma complessivamente sta risollevando il Paese, sta dando prestigio internazionale. Ognuno lavori per creare le condizioni per andare avanti».
Niente elezioni anticipate? «Senza riforma elettorale e senza grandi riforme, andare al voto non cambierebbe niente, e si confermerebbe un'incertezza forse anche maggiore. Serve invece la Politica con P maiuscola. Per questo, se si dovessero presentare le circostanza che dice lei, ogni parlamentare ha a disposizione l'articolo 67 per fare buon uso del proprio mandato: essere responsabili non vuol dire solo avere la possibilità di scegliere, ma anche assumersi le responsabilità che derivano dalle scelte».
Sta mandando un messaggio? «Spero che il signore ci illumini tutti».