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ottobre, 2014

Elezioni in Tunisia, lo scontro vero sarà tra vecchio e nuovo

Imen Ben Mohamed (foto da Twitter)
Imen Ben Mohamed (foto da Twitter)

Intervista a Imen Ben Mohamed, deputata di Ennahda e capolista nella circoscrizione dei tunisini che vivono in Italia

Imen Ben Mohamed (foto da Twitter)
Imen Ben Mohamed, deputata di Ennahda, è capolista nella circoscrizione dei tunisini che vivono in Italia per le legislative del 26 ottobre. Ventinove anni, pendolare fra Tunisi e Roma, è il volto nuovo dell’Islam moderato. «Le elezioni», dice, «non saranno uno scontro ideologico fra islamici e laici. Ma fra chi interpreta lo spirito della rivoluzione del 2011 e i tanti esponenti del vecchio regime che si sono riciclati nelle nuove formazioni politiche».

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Ennahda vinse nel 2011 le elezioni per l’Assemblea Costituente. Ma ha dovuto rinunciare alla guida del governo anche perché sospettato di acquiescenza verso i movimenti radicali.
«Non c’è mai stata indulgenza per gli estremismi. Abbiamo invitato le forze laiche ad aderire a un governo di unità nazionale. Ma l’accordo è stato siglato solo con due partiti».

Anche per le prossime elezioni Ennahda sembra favorito. Ma i laici di Nidaa Tounes si sono rafforzati. Sareste disposti a siglare con loro un nuovo patto di unità nazionale?
«In Nidaa Tounes ci sono molti riciclati. Ma per rafforzare il processo democratico non puntiamo al monopolio del potere. Siamo aperti al dialogo con tutti. Dipende dai programmi».

Quali sono le priorità per Ennahda?
«La priorità è l’economia. Puntiamo a un piano di sviluppo delle infrastrutture basato sul rafforzamento del settore privato oltre che su un intervento incisivo delle istituzioni pubbliche».

E contro la minaccia del terrorismo?
«Anche su questo fronte è necessaria la coesione nazionale. Stiamo cercando di parlare ?con le varie fazioni della Libia. E cercando di esportare il nostro modello basato sul dialogo».

Qual è il ruolo della donna in queste elezioni?
«La donna ha un’influenza sempre maggiore. Abbiamo un paio di candidate alle presidenziali. Grazie alle nostre battaglie. Ma anche alla Costituzione che ci ha messo sullo stesso livello degli uomini e sotto alcuni aspetti è più avanzata perfino rispetto ai Paesi occidentali».

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