I dati dell'antidroga parlano chiaro: in un anno la quantità di sostanze sequestrate è aumentata di oltre il 40 per cento, soprattutto a causa di quelle sintetiche. E i cartelli criminali, sempre più potenti, aprono nuove rotte

ESPRESSOMUNAFO-20140613151803917-jpg
Oltre 72 mila chilogrammi sequestrati nel 2013, più 43 per cento rispetto all’anno precedente, 33 mila persone segnalate all’Autorità giudiziaria e ben 20 mila operazioni antidroga. I dati della Direzione centrale per i servizi antidroga del Viminale fotografano l’Italia come uno dei poli principali della droga, per il consumo e soprattutto per il transito. Un paese in cui le organizzazioni criminali continuano a operare e a fare affari.

Più cannabis e droghe sintetiche. 36 mila chili di hashish, 28 mila di marijuana, in totale 65 mila chili di cannabis, il 50 per cento in più in un solo anno. E ancora 56 chili e 5mila dosi di anfetaminici in polvere e persino più del doppio di pasticche di LSD. Cala invece l’Italia della piantagioni, che nel 2012 aveva segnato un record con oltre 20mila chili sequestrati, ma si rimedia importando. Cannabis e droghe sintetiche sono in costante crescita, mentre diminuiscono del 6 per cento i sequestri di cocaina, nonostante il trend degli ultimi anni non vari, con una domanda ormai stabile, e cala anche della stessa percentuale l’eroina, distribuita soprattutto nel Nord Italia.



Il Belpaese delle droghe. Con oltre 30 chili di droga e più di 10 mila piante di cannabis sequestrate è la Sicilia a classificarsi al primo posto, ma l’Italia, da Nord a Sud, attraverso i suoi aeroporti, valichi e soprattutto porti, è un approdo per la droga. In Puglia nel 2013 le forze dell’ordine hanno sequestrato 10mila chili, in Lazio oltre 7mila così come in Lombardia. E poi, a Sud, la Calabria, con il porto di ingresso di Gioia Tauro, dove nel 2013 hanno trovato oltre 1.600 chili di cocaina, e risalendo Ancona con un sequestro di 2mila chili di marijuana, fino alle acque al largo di Pantelleria che hanno fatto emergere ben 15mila e 700 chili di hashish.

Gli stranieri e i minori. Dei 33 mila denunciati per reati legati agli stupefacenti, il 34 per cento sono stranieri, soprattutto marocchini (oltre 2.600), albanesi (2.251), tunisini (1.794) e nigeriani (745). Tra le persone coinvolte nel traffico di stupefacenti il tre per cento sono invece minori, concentrati soprattutto nel Nord Italia e in particolare in Lombardia (180 denunce nel 2013).


Spaccio 2.0: Le droghe sintetiche sono in costante aumento e molte delle sostanze che le compongono non rientrano nelle tabelle di divieto, tanto che nell’ultimo anno ne sono state identificate più di un centinaio. Costano poco e sono facili da acquistare: basta entrare in rete in uno smart shop o cercare sui più comuni motori di ricerca, perché ormai la promozione non avviene più solo nel dark net.

Flessibilità criminale: le organizzazioni di narcotraffico sono sempre più aperte e costituiscono cartelli internazionali “multifunzionali tra criminali di varie etnie dediti a traffici illeciti di varia natura (droga, esseri umani, rifiuti tossici, armi)”, scrivono gli inquirenti. E così le nostre mafie stringono accordi con quelle straniere creando anche imprese ad hoc che apparentemente svolgono attività lecite e che in realtà servono per dissimulare il traffico di droga. Ne è un esempio l’operazione “Tremendo”, svolta dalla Squadra Mobile di Milano su input del servizio antidroga brasiliano, che ha portato a scoprire collegamenti tra Brasile, Spagna, Portogallo, Beirut e Gran Bretagna. A Barcellona un gruppo criminale coordinava le spedizioni di droga, inviando in Italia dai 60 ai 100 kg a settimana.

Sono stati arrestati 11 italiani, 5 libanesi, 1 venezuelano, 1 albanese, 1 spagnolo e 1 brasiliano e sequestrati oltre 2 milioni di euro, 350 kg di coca, 94 di hashish e 200 kg di marijuana. Le regioni interessate: Lombardia e Campania, con una base logistica anche all’Isola d’Elba.

DROGHE: ECCO DA DOVE ARRIVANO
Schermata-06-2456822-alle-15-23-33-png

Clicca qui per navigare la mappa


Le nuove rotte sono quelle dell’Africa Orientale. Le organizzazioni criminali nigeriane dirigono ormai il traffico delle grandi partite di eroina e trattano le forniture direttamente con il Pakistan e l’Iran. La droga viene poi trasportata in Tanzania, dove i corrieri hanno fatto proprio il modus operandi dei nigeriani. Secondo la DEA e le principali agenzie antidroga ci sarebbe una sinergia tra le organizzazioni criminali nigeriane e tanzaniane facilitata anche dall’affinità etnico - linguistica e religiosa, capace di sfruttare porti e aeroporti dei paesi dell’Africa Orientale e della penisola arabica per importare eroina dal centro Asia e introdurla nei mercati europei, nord-americani, e in quelli emergenti: Cina e Sud Est asiatico. E così da Dar Es Salaam, in Tanzania, la droga arriva in Italia, passando anche dagli aeroporti del Kenya, dell’Uganda, dell’Etiopia, del Sultanato dell’Oman e del Qatar, fino all’approdo in Campania.